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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Tee, il decreto innalza gli obiettivi 2022/2024

Il testo uscito dalla Conferenza Unificata: prevista la partecipazione in forma aggregata di imprese ed enti. Gava: “Ora avanti con semplificazioni e rilancio del Paese”. Intanto, Senato vara risoluzione (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Innalzamento degli obiettivi 2022/2024 e partecipazione in forma aggregata di imprese ed enti.

Appaiono queste le principali novità introdotte dalla nuova versione del decreto sui Tee su cui ieri la Conferenza Unificata ha rilasciato l'intesa.

Nel testo, di cui Quotidiano Energia è entrato in possesso, figurano come detto obiettivi più ambiziosi. Per l’energia elettrica rimane immutato il target di 0,45 milioni di certificati bianchi per il 2021 ma si sale da 0,72 a 0,75 milioni nel 2022, da 0,97 a 1,05 mln nel 2023 e da 0,98 a 1,08 milioni nel 2024. Per il gas è confermato l’obiettivo di 0,55 milioni nel 2021 e si sale da 0,89 a 0,93 milioni nel 2022, da 1,20 a 1,30 milioni nel 2023 e da 1,22 a 1,34 milioni nel 2024.

Per il 2020 è confermato il dimezzamento a 1,27 milioni di Tee per l’elettrico e 1,57 mln per il gas, contro i 3,17 mln e 3,92 mln rispettivamente previsti dal testo del 2017.

“Finalmente abbiamo il decreto Certificati bianchi approvato anche dalla Conferenza Stato Regioni”, ha commentato in una nota il sottosegretario alla Transizione Ecologica, Vannia Gava (Lega). “Abbiamo risolto insieme alcune criticità dei target di efficientamento – ha aggiunto - il decreto prevede un meccanismo di stabilità tra domanda e offerta che permette la revisione degli obblighi vigenti. È stata riconosciuta per la prima volta la possibilità alle associazioni temporanee di imprese di accedere al meccanismo dei certificati bianchi. Affiancheremo il meccanismo delle aste senza sostituire i Tee”.

Il decreto, aggiunge la Gava, “regolamenta anche il sistema di valutazioni del Gse introducendo la facoltà del proponente di fornire ulteriori informazioni integrative a supporto dell’istanza. Infine si è deciso di far decorrere dal 1° gennaio 2020 la cumulabilità del meccanismo come credito d’imposta”. 

Il sottosegretario conclude che “approvato questo decreto dopo troppo immobilismo, continuiamo ad andare avanti, lungo la strada delle semplificazioni e del rilancio del Paese”.

Intanto, sempre ieri la X commissione del Senato ha approvato all’unanimità la risoluzione sui certificati bianchi.

Rispetto allo schema pubblicato il 13 maggio non si riscontrano particolari novità. Tra le altre cose, confermata la richiesta di rinvio dal 31 maggio al 15 luglio del termine per l’assolvimento degli obblighi 2020, un rialzo degli obbiettivi per gli anni successivi, un ridimensionamento dei Tee virtuali, l’eliminazione del floor al contributo tariffario e una consultazione pubblica sul meccanismo delle aste, che dovrebbe essere “complementare al meccanismo dei Tee e non alternativo”.

Per il presidente della commissione, Gianni Girotto (M5S), l’obiettivo del documento è “coniugare un corretto e snello funzionamento del meccanismo dei certificati bianchi con gli ambiziosi obiettivi internazionali, europei e nazionali a contrasto del cambiamento climatico, inclusi quelli relativi all'efficienza energetica”.

“L’approvazione, avvenuta all’unanimità – prosegue il senatore - è il risultato di un costruttivo confronto tra le diverse forze politiche dell’arco parlamentare e il Governo, che sta lavorando all’emanazione di un nuovo decreto ministeriale sul tema, al fine di superare le problematiche riscontrate sul funzionamento del meccanismo, snellire le procedure e rimodulare gli obiettivi di efficienza energetica a partire dal 2020, anche a seguito dell’effetto della pandemia da Covid-19”.

“Nella risoluzione – spiega Girotto - si chiede altresì al Governo un'adeguata copertura dei costi sostenuti dai soggetti obbligati e un’attenzione alle esigenze delle Pmi e dell’industria in generale; è in tale contesto, infatti, che si inserisce la richiesta di reintroduzione delle cosiddette schede standard senza misura”.

Tra le richieste indicate nello schema della risoluzione, conclude l’esponente M5S, “ci sono anche la necessità di disegnare il nuovo schema di aste, affinché possa coinvolgere progetti complessi e strategici, e quella di migliorare il rapporto fra costi e benefici per gli interventi semplici coinvolgendo adeguatamente le Esco, così da favorire un’azione ampia e bilanciata rispetto all’efficientamento energetico”.