Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Eolico, allarme iter autorizzativi in Europa

WindEurope: i nuovi impianti (14,7 GW nel 2020) devono raddoppiare per centrare il target al 2030. La Germania segna il passo (solo 1,6 GW l’anno scorso), Italia ferma, capacità austriaca addirittura in calo. Appello anche dell’industria chimica e siderurgica (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - “La Ue deve accelerare in modo significativo la capacità eolica, che fornisce elettricità economica per la transizione verde europea”. A dirlo, in occasione della presentazione del rapporto annuale di WindEurope, non è un esponente dell’industria eolica, ma il direttore generale dell’associazione siderurgica europea Eurofer, Axel Eggert, che assieme all’omologo dell’associazione della chimica Cefic, Marco Mensink, è sceso in campo per chiedere una decisa semplificazione degli iter autorizzativi che frenano lo sviluppo dell’energia del vento.


Il rapporto presentato ieri, infatti, è impietoso: nel 2020 sono state installate turbine per 14.731 MW, in calo rispetto ai 15.369 MW dell’anno precedente e pari a poco più della metà dei 27 GW all’anno necessari a raggiungere l’obiettivo Ue di riduzione delle emissioni del 55% al 2030.

“Le norme e le procedure sono troppo complesse e le autorità non hanno abbastanza personale per lavorare le pratiche, con il risultato che le autorizzazioni richiedono tempi lunghissimi e sono spesso oggetto di ricorsi”, ha detto il ceo di WindEurope, Giles Dickson, avvertendo che tutto questo “scoraggia gli investitori e mette a rischio gli obiettivi del Green deal”.

Ma gli ostacoli burocratici non si limitano alle nuove installazioni. Sono difficili anche, lamenta l’associazione, gli interventi di repowering e revamping, mentre il parco eolico europeo continua ad invecchiare con 38 GW che nei prossimi 5 anni avranno superato i 20 anni di vita.

Nel 2020 sono state smantellate in Europa turbine per 388 MW e l’Austria ha scontato addirittura un calo della capacità installata a causa dei decommissioning. Nell’anno è stata realizzata nel continente nuova potenza attraverso i repowering per appena 345 MW.

La classifica della nuova capacità eolica installata l’anno scorso (il 19% in meno di quanto inizialmente previsto a causa del Covid e per l’80% onshore) vede in testa l’Olanda con 1.979 MW (di cui 1.493 MW offshore), mentre la Germania, “un tempo il motore dell’eolico europeo”, si è fermata a 1.650 MW, il livello più basso da 10 anni. In Germania come in altri Paesi (Italia in primis) le aste hanno assegnato meno della capacità offerta proprio in ragione degli ostacoli autorizzativi.

Rispetto agli anni precedenti è andata meglio, invece, in Spagna (1.400 MW), Francia (1.318 MW) e Polonia (731 MW), mentre l’Italia è ormai da tempo fuori dalla classifica dei maggiori Paesi eolici con un installato 2020 di 137 MW (anche se per la Penisola il dato è riferito al 31 ottobre).

Nel cumulato, con 10.852 MW, il nostro Paese mantiene comunque la quinta posizione dopo Germania (62.627 MW), Spagna (27.264 MW), Regno Unito (24.167 MW) e Francia (17.949 MW).

Sul fronte della quota della domanda elettrica coperta dall’eolico (totale Europa 16%), a livello nazionale svetta con il 48% la Danimarca, davanti a Irlanda (38%), UK e Germania a pari merito (27%), Portogallo (25%), Spagna (22%) e Svezia (20%). L’Italia non va oltre il 7% (stessa quota del 2019).

Altri dati sul 2020 forniti dal rapporto di WindEurope riguardano le aste (assegnati nel complesso in 7 Paesi 8 GW di cui 7,4 GW onshore) e la potenza media delle turbine ordinate, che ha raggiunto i 4,2 MW per i parchi in terraferma e i 10,4 MW per quelli offshore.

Guardando al prossimo futuro, l’associazione disegna due scenari al 2025, uno “realistico” e uno con “basse aspettative” in cui si suppone che la crisi sanitaria si faccia ancora sentire pesantemente e i Governi non risolvano il problema degli iter autorizzativi e non attuino strategie efficaci per il repowering.

Nello scenario realistico, l’installato annuo nella Ue si attesterebbe a 15 GW (meno dei 18 GW che servirebbero a centrare il vecchio target al 2030), per un totale nel quinquennio di 75 GW. In Italia si realizzerebbero nel periodo 3.400 MW, di cui 300 MW offshore, che porterebbero l’installato complessivo a 14 GW. La Germania salirebbe invece a 75 GW, la Spagna a 31 GW, la Francia a 30 GW e la Svezia a 17 GW.

Il 2021, prevede in ogni caso WindEurope, dovrebbe essere un anno record per l’eolico, dati i molti progetti rinviati a seguito dell’emergenza Covid. Quest’anno dovrebbero essere infatti installati in Europa 19,5 GW, con le quote maggiori in Svezia (2,9 GW), Germania (2 GW) e Francia (1,7 GW).