Quotidiano Energia - Se in Italia ci sarà ancora da attendere prima che l’atteso Albo venditori veda la luce, il Regno Unito è già arrivato al primo aggiornamento del sistema introdotto l’anno scorso. Il regolatore Ofgem ha messo infatti in consultazione una serie di nuovi standard per i venditori iscritti all’Albo, con l’obiettivo di renderli operativi dal prossimo inverno.
“Con le ulteriori sfide poste dalla crisi Covid-19, è ora importante più che mai che i fornitori siano resilienti, trattino i loro clienti in modo equo e siano in grado di continuare a sostenere coloro che ne hanno bisogno”, spiega una nota di Ofgem, che intende dunque “aumentare gli standard del servizio, ridurre il rischio di fallimento del fornitore e rafforzare la rete di sicurezza per i consumatori in caso che questo avvenga”.
In dettaglio, sono previsti controlli per verificare che i fornitori siano in grado di adempiere ai loro obblighi finanziari e di servire efficacemente i clienti. Qualora i controlli non dovessero dare esito positivo, Ofgem potrebbe impedire ai fornitori a rischio di acquisire ulteriori clienti.
Inoltre, saranno introdotti nuovi requisiti per ridurre al minimo i costi e le ricadute sul mercato di un eventuale fallimento del fornitore. Ad esempio, i curatori fallimentari del fornitore dovranno garantire i medesimi standard di protezione dei consumatori in materia di recupero crediti.
Infine, i venditori dovranno mettere a punto piani per minimizzare i costi che, in caso di fallimento, ricadrebbero anche sugli altri fornitori.
“I fornitori sono stati al centro della risposta dell’industria dell’energia alla crisi Covid-19, proteggendo i consumatori e l’approvvigionamento dei più bisognosi, ma adesso dobbiamo garantire che siano attrezzati per trattare i clienti in modo equo e affrontare le nuove sfide del sistema energetico”, ha commentato la responsabile Consumers and Markets di Ofgem, Mary Starks, secondo la quale gli standard proposti dal regolatore “porteranno a una maggiore resilienza del settore, riducendo al contempo il rischio e i costi per i consumatori associati al fallimento dei fornitori”.