Quotidiano Energia - Dopo essersi gradualmente avvicinato tra il 2010 e il 2014 complici gli effetti della crisi, l’obiettivo Ue al 2020 per i consumi energetici non ha in seguito mostrato segni di miglioramento. E’ l’allarme lanciato da Eurostat nel consueto rendiconto annuale sui risultati conseguiti dai 27, che - a fronte di un target al 2020 di 1.312 milioni di tep per i consumi primari e di 959 mln tep per quelli finali - nel 2018 registra rispettivamente 1.376 e 990 mln tep.
I dati di Eurostat indicano una sostanziale mancanza di progressi rispetto al 2017, con i consumi primari in calo dello 0,71% e quelli finali in crescita dello 0,02%. Nel primo caso il livello resta dunque superiore del 4,9% al target al 2020 (e del 22% nei confronti dell’obiettivo di 1.128 mln tep al 2030), nel secondo del 3,2% (17% considerando il target al 2030 di 846 mln tep).
Quanto ai consumi primari, Eurostat individua nel 2018 i maggiori aumenti rispetto al 2017 in Estonia (+9%), Lettonia (+5%) e Lussemburgo (+4%), mentre i cali più marcati si sono avuti in Belgio (-5%), Grecia e Austria (entrambe -3%), Germania e Slovacchia (appaiate con -2%). I consumi primari italiani, pari nel 2018 a 147,2 mln tep, sono scesi dell’1,1% rispetto ai 148,9 mln tep del 2017.
I consumi finali hanno visto invece gli incrementi più marcati a Malta (+6%), Irlanda (+5%), Lettonia e Lussemburgo (entrambe a +4%). Sul fronte opposto, i risultati migliori sono stati ottenuti da Grecia (-5%), Austria (-3%) e Germania (-1%). L’Italia evidenzia una crescita dell’1,1% dai 115,2 mln tep del 2017 ai 116,5 mln tep del 2018.