Quotidiano Energia - Bene gli obiettivi Ue al 2050, ma occorre innanzitutto affinare le strategie al 2030, in particolare con una tassa sulla CO2 per i settori non inclusi nel sistema Ets. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, che al Consiglio Europeo di Sibiu ha lanciato un appello per “formare una coalizione di Stati membri Ue volenterosi” che introduca “carbon tax nazionali coordinate in settori come edilizia, trasporti e agricoltura”.
Parlando in conferenza stampa nella città rumena che ha ospitato il vertice dei capi di Stato e di Governo Ue, Merkel ha spiegato che “una soluzione unica europea richiederebbe molto tempo”. Di conseguenza, sarà più agevole mettere assieme un gruppo di Paesi intenzionati a perseguire la strada della carbon tax. “Sappiamo, ad esempio, che anche l’Olanda sta affrontando la questione della determinazione del prezzo della CO2” e “oggi ho avuto l'impressione che ci sia una volontà in questo senso anche da parte di altri Paesi europei”, ha rivelato la cancelliera.
Il Governo di Berlino, ha aggiunto Merkel, ha commissionato per parte sua “una relazione speciale sull’argomento al Consiglio tedesco degli esperti economici e al Climate Institute di Potsdam, che sarà pronta entro l’estate e servirà poi come base di discussione”.
Con i Pniec al 2030, ha concluso la cancelliera, “ogni Paese membro ha fissato obiettivi molto chiari per la CO2 e ora è necessario trovare meccanismi appropriati per raggiungerli”. Tra questi la carbon tax, appunto, per la quale bisogna però “trovare metodologie comuni che regolino il prezzo della CO2 in modo più uniforme possibile, per evitare che gli Stati membri Ue applichino sistemi diversi”.
Nella Dichiarazione di Sibiu sottoscritta al termine del Consiglio, i leader Ue si sono impegnati tra l’altro a “lavorare con i nostri partner mondiali” per “affrontare congiuntamente sfide globali come la tutela dell'ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici”.