Quotidiano Energia - “Senza soccombere al protezionismo, è tempo di mostrare che l’Europa non è naïve in questa epoca di globalizzazione: non siamo contrari agli investimenti stranieri, ma contro strani investimenti”. L’europarlamentare francese Franck Proust (Ppe) ha spiegato così l’approvazione da parte della commissione al Commercio di Strasburgo (Inta) della normativa per il controllo degli investimenti dei soggetti extra-Ue nei settori strategici dell’Unione, chiesta lo scorso settembre dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, apprezzata da molti Governi (tra cui quelli di Italia, Germania e Francia) e tradotta in una proposta di regolamento dall’esecutivo comunitario nell’ambito del pacchetto sul commercio e gli investimenti.
Il regolamento prevede uno screening degli investimenti diretti stranieri nella Ue, che non dovranno costituire una minaccia per le infrastrutture critiche e le tecnologie strategiche o dare accesso a informazioni riservate.
Rafforzando la proposta di Bruxelles, la commissione Inta ha previsto anche l’obbligo per gli Stati membri e l’esecutivo comunitario di verificare che gli investimenti esteri non incidano sull’indipendenza dei media e non portino alla creazione di monopoli. Inoltre, dovranno essere esclusi gli investitori stranieri che in passato hanno minacciato la sicurezza e l’ordine pubblico con i loro progetti.
Il regolamento prevede poi una stretta cooperazione tra i 28. Ciascun Paese dovrà essere aperto ai suggerimenti degli altri nello screening degli investimenti e, nel caso in cui uno Stato membro abbia dubbi su un investimento in un altro Stato, quest’ultimo dovrà avviare un dialogo per risolvere la questione. In questo senso, dovrà essere costituito un gruppo di coordinamento presieduto dalla Commissione e composto dagli Stati membri, cui l’Europarlamento parteciperà come osservatore.
Il regolamento, approvato dalla Inta con 30 voti a favore e 7 contrari, dovrà ora ricevere il via libera della plenaria dell’Europarlamento in programma tra l’11 e il 14 giugno. Strasburgo potrà quindi avviare il negoziato con il Consiglio, che deve però ancora concordare una posizione in materia.