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Al via valle idrogeno Alto Adriatico Italia-Slovenia-Croazia

Cementificio Nova Gorica prima stazione rifornimento idrogeno

Redazione ANSA
(ANSAmed) - LUBIANA, 24 MAR - Con la firma della lettera di intenti sottoscritta pochi giorni fa a Zagabria ha preso il via formale la Valle dell'Idrogeno dell'Alto Adriatico, primo progetto transfrontaliero europeo che punta sulle potenzialità di questo vettore di energia pulita e coinvolge Italia, Slovenia e Croazia per favorire la cooperazione tra i rispettivi sistemi industriali e di ricerca verso la transizione energetica nel settore della logistica, della mobilità urbana e della portualità. Come spiega la strategia dell'Unione europea sul tema, infatti, l'idrogeno può essere utilizzato come materia prima, vettore o accumulatore di energia, e come tale non emette anidride carbonica, rappresentando quindi una soluzione ideale per i processi di decarbonizzazione.

La prima valle dell'idrogeno transnazionale in Europa è anche un magnete per attirare investimenti pubblici e privati. In quest'ottica, a fine novembre scorso è stata inaugurata nella sede del cementificio Salonit, a pochi chilometri da Nova Gorica, la prima stazione di rifornimento dell'idrogeno, da mettere a sistema grazie alle sinergie di questa valle transnazionale. Azienda con oltre 100 anni di storia di proprietà del gruppo austriaco Wietersdorfer e partecipata al 25% dall'italiana Buzzi, Salonit produce materiali da costruzione e "intende continuare a farlo per altri 100 anni, per questo abbiamo deciso di puntare su efficienza energetica e decarbonizzazione", ha dichiarato all'ANSA Tomaž Vuk, membro del consiglio di amministrazione e responsabile del programma sullo sviluppo dell'idrogeno e della sostenibilità.

"Noi esportiamo in un raggio di 250 km, quindi il nostro obiettivo a lungo termine è decarbonizzare tutta la linea del trasporto", anche se al momento solo la Toyota sta lavorando su veicoli per il trasporto industriale alimentati a idrogeno, pronti non prima di 15-20 anni. Un obiettivo più immediato è introdurre il trasporto all'idrogeno negli impianti produttivi, spiega Vuk, "ma senza una catena ben organizzata e strutturata, che deve prevedere anche la partecipazione di fondi pubblici nazionali o europei, l'ecosistema virtuoso 'produzione-fornitura-consumo-tecnologia' che caratterizza la valle non rimarrebbe in piedi, le aziende da sole non riescono a lavorare in scala." Per dimostrare il valore dell'idrogeno come fonte energetica Salonit Anhovo ha iniziato a concentrarsi sui processi interni.

Grazie a un progetto pilota, fra il 2025 e il 2027 l'azienda dovrebbe essere in grado di utilizzare il cosiddetto Carbon Capture Use and Storage, che cattura, trasforma e riutilizza il gas serra in idrogeno e avvia così "processi virtuosi di economia circolare che sono molto più integrati di quanto si immagini, ma possono essere realizzati solo tramite la cooperazione fra i vari attori e paesi all'interno dell'Ue", conclude Vuk. (ANSAmed).

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