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Enel, stella polare chiudere impianti a carbone per 2025

Le rinnovabili e Pnrr per investimenti. Mappa spazi fotovoltaico

Redazione ANSA ROMA

 "Noi abbiamo la stella polare di poter chiudere gli impianti a carbone per il 2025, quindi stiamo lavorando, insieme a Terna, per fare in modo che possano essere sostituiti con nuovi impianti rinnovabili e garantire sicurezza e adeguatezza del sistema". Così Carlo Tamburi, amministratore delegato di Enel Italia, in audizione alle commissioni riunite Agricoltura e Industria di Palazzo Madama su approvvigionamento delle materie prime agroalimentari ed agroindustriali.

Vengono fatte presenti l'importanza delle rinnovabili e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per gli investimenti, della mappatura degli spazi per installare pannelli fotovoltaici, l'autoproduzione e le comunità energetiche, la valorizzazione del patrimonio forestale, e la necessità di semplificazioni per le procedure.

Nel 2020 come Enel "ci siamo confermati come primo operatore nel mondo per le rinnovabili, il primo operatore nelle reti di distribuzione e il primo operatore come base clienti. L'Italia rappresenta circa il 46% del Gruppo Enel in termini di margine operativo lordo. Per gli investimenti in Italia, il nostro piano industriale 2021-2023 segna un ammontare complessivo di 14 miliardi solo nel nostro Paese. Gran parte di questi investimenti sono nelle rinnovabili e nella rete". E - aggiunge - "nel Piano industriale 2022-2024 di Enel ci sarà un ulteriore aumento di investimenti in Italia. Ovviamente, non sono calcolati gli investimenti nell'ambito del Pnrr, che poi saranno scaricati a terra sul territorio". Tra le altre cose ci si sofferma sulla "valorizzazione del patrimonio forestale" inteso come "punto centrale del nostro rapporto con le imprese agricole. Crediamo che l'agricoltura italiana possa approfittare di tutte le nostre competenze per migliorare la produttività, l'efficienza e la riduzione del rischio".

Tra le priorità "l'agrisolare e l'agrovoltaico" (tanto che è partito uno studio con il Gse, e "probabilmente anche con Enea" per una mappatura del territorio del Paese e censire gli spazi su cui "teoricamente" è possibile installare pannelli fotovoltaici, a partire dai tetti, per passare ai terreni industriali, e solo come ultima possibilità i terreni agricoli); ma anche "la possibilità di creare delle comunità energetiche" (autoproduzione e comunità potranno tagliare la degli agricoltori). Infine "il tema della semplificazione sul rilascio delle autorizzazioni per i nuovi impianti; senza una radicale semplificazione dei metodi e dei processi autorizzativi, probabilmente gli obiettivi di decarbonizzazione non si possono raggiungere".

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