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Rinnovabili: ambientalisti divisi su eolico offshore

Sì da Greenpeace e Legambiente, paletti da WWF e Marevivo

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 14 APR - Il mondo ambientalista si divide sull'eolico offshore. Legambiente e Greenpeace lo sostengono (e hanno anche firmato un manifesto a favore con le aziende del settore): WWF e Marevivo (pur non contrarie per principio) chiedono regole certe e la garanzia che non danneggi gli ecosistemi marini. La spaccatura è emersa stamani a un convegno dell'Anev, l'associazione di categoria dell'eolico, sulle prospettive dell'eolico offshore in Italia.

"L'eolico è fra le poche tecnologie che possono cambiare il quadro delle rinnovabili - ha detto Giuseppe Onufrio di Greenpeace -. In mare sono possibili pale molto grandi, impossibili a terra. E' una grande opportunità anche per la cantieristica. Il disturbo all'ecosistema è minimo: anzi, dove ci sono le pale è vietata la pesca, e questo crea zone di tranquillità per la fauna e per i fondali".

Per Stefano Ciafani di Legambiente "sull'eolico offshore noi ci siamo messi in gioco: abbiamo firmato un manifesto di sostegno e accompagnamo i progetti sul territorio. Siamo usciti pubblicamente a favore degli impianti eolici insieme a Greenpeace. Ma è fondamentale anche risolvere i probemi delle autorizzazioni lente e dei dinieghi delle Sovrintendenze".

"Siamo d'accordo sull'eolico offshore - ha spiegato Rosalba Giugni di Marevivo -, ma vogliamo essere sicuri che non vada a impattare sull'ecosistema. Il problema è soprattutto il rumore delle pale. Per questo abbiamo commissionato una ricerca alla Stazione Zoologica Anton Dohrn, e aspettiamo i risultati".

Maria Grazia Midulla del WWF ha spiegato che "non abbiamo firmato il manifesto sull'eolico offshore perché prima servono criteri per farlo bene. Non è che perché sono rinnovabili va tutto bene. Stiamo lavorando a definire dei criteri, e poi li sottoporremo alle ong e alle aziende". (ANSA).

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