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Eolico off shore Sulcis, apprezzamento di Greenpeace

Ong, è un passo verso la decarbonizzazione dell'Italia

Redazione ANSA ROMA

Greenpeace esprime un giudizio positivo verso il progetto di realizzazione di un parco eolico galleggiante off shore in Sardegna, nel Sulcis, nel tratto di mare tra Portoscuso e Carloforte. "Se vogliamo essere seri nel percorso di abbandono di gas, petrolio e carbone, nel nostro Paese, dobbiamo promuovere impianti rinnovabili, anche legati alla tecnologia dell'eolico off shore - spiega Luca Iacoboni, responsabile Energia e Clima di Greenpeace Italia - Il progetto presentato in Sardegna è un passo avanti in questa direzione e può avere dei benefici anche dal punto di vista ambientale, ad esempio per la fauna ittica".

L'associazione ambientalista, si legge in una nota, sostiene "un piano di decarbonizzazione completa dell'Italia entro il 2040, per evitare le conseguenze peggiori dell'emergenza climatica che già oggi viviamo in tutto lo stivale sotto forma di alluvioni, siccità, fenomeni meteorologici estremi come i nubifragi registrati ieri in Veneto". Greenpeace conferma inoltre la propria "contrarietà al piano di metanizzazione della Sardegna".

"Opporsi all'eolico in Sardegna e promuovere la metanizzazione significa legare il territorio sardo, e chi lo vive, a tecnologie inquinanti e che diventeranno sempre più marginali nel mercato. Bisogna puntare su rinnovabili, efficienza, reti intelligenti e innovazione tecnologica per salvaguardare la Sardegna, i suoi abitanti e la sua economia. Ovviamente anche gli impianti rinnovabili vanno analizzati e valutati caso per caso, tenendo sempre presente però che i cambiamenti climatici ci impongono di abbandonare al più presto gas, petrolio e carbone. Una rivoluzione energetica di questo tipo è tecnicamente possibile e porterebbe benefici economici e occupazionali" conclude Iacoboni.

Greenpeace ricorda di aver presentato di recente "uno studio indipendente per un'Italia 100% rinnovabile entro il 2040.

Questa transizione energetica si finanzierebbe completamente grazie ai risparmi relativi alle mancate importazioni di combustibili fossili, e permetterebbe di creare nei prossimi 10 anni oltre 150mila posti di lavoro, ben di più di quelli legati al settore dell'oil & gas". (ANSA).

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