Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Riscaldamento oceani pesa su declino barriere coralline

'Stress' che si aggiunge a pesca eccessiva e inquinamento

di STEFANIA PASSARELLA

Il declino delle barriere coralline di tutto il mondo è frutto di una combinazione di fattori: pesca eccessiva e inquinamento da fertilizzanti sono tra le cause principali, cui si aggiunge lo 'stress' ulteriore provocato dal riscaldamento degli oceani. E' la conclusione di uno studio americano pubblicato su Nature Communications alla vigilia della Giornata mondiale degli oceani che si celebra domani 8 giugno. Messi insieme, sottolineano i ricercatori della Oregon State University, questi elementi stanno indebolendo le barriere e allo stesso tempo stanno favorendo la proliferazione di agenti patogeni che minano la sopravvivenza dei coralli. Il risultato finale, sottolineano gli scienziati, è che il declino delle barriere sta raggiungendo "proporzioni catastrofiche". Durato tre anni, lo studio ha simulato condizioni di pesca eccessiva e inquinamento su una barriera corallina dell'arcipelago Florida Keys. Dalle rilevazioni è emerso che la mortalità dei coralli rispecchia l'abbondanza di agenti patogeni, che aumentano per pesca eccessiva, inquinamento da fertilizzanti e temperature più alte. Il calore aggrava i problemi: l'80% dei decessi di coralli avviene in estate o autunno, ma solo se mancano i pesci o se l'acqua è inquinata. I coralli risultano più vulnerabili ai batteri anche ad aumenti modesti di temperatura. La perdita di pesci può aumentare la presenza di alghe anche di 6 volte. In sistemi con massiccia presenza di alghe i coralli malati raddoppiano e la mortalità aumenta di 8 volte. I risultati sono "una triste notizia", spiega la ricercatrice Rebecca Vega Thurber, "ma almeno ci aiutano a capire perché i coralli stanno morendo". Al netto del riscaldamento globale, per i ricercatori il modo migliore per proteggere i coralli consiste in una gestione più attenta della pesca e nella protezione della qualità dell'acqua. Le barriere coralline sono tra gli indicatori più sensibili della salute degli oceani. Ai danni provocati da infezioni batteriche e acque più calde vanno aggiunti anche quelli prodotti dal maxi evento di sbiancamento dei coralli - amplificato dall'intensità di El Nino - che sta già divorando la Grande Barriera Corallina.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA