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Clima: Fabius, no intese al ribasso

Ban Ki-moon, serve accordo sotto i due gradi di aumento della temperatura

Redazione ANSA

"Abbiamo un obbligo di successo" e "la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso", ha detto il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, in apertura dei lavori della XXI Conferenza mondiale sul clima (Cop21). "L'11 dicembre", il giorno in cui si concluderà la Cop21, "il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta" ha aggiunto rilevando che l'accordo finale dovrà essere "universale ed ambizioso", e "giuridicamente vincolante". L'accordo "per limitare il surriscaldamento globale "non è scontato ma è alla nostra portata", ha sottolineato, promettendo che la presidenza francese "veglierà affinché tutti i punti di vista siano tenuti in considerazione". 

"Serve un accordo significativo sotto i 2 gradi' di aumento della temperatura, anche per garantire "la pace e la sicurezza internazionale", ha spiegato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. "Il futuro del mondo è nelle vostre mani, non sono consentite indecisioni", ha aggiunto invitando i 147 leader mondiali presenti, da Obama a Putin passando per Merkel, Renzi e Cameron, a "mostrare visione e coraggio". La Cop 21 "deve essere un punto di svolta decisivo", ha avvertito Ban, "per diminuire le emissioni di CO2, costruire un futuro resistente ai cambiamenti climatici e senza passi indietro". I "criteri per il successo" dell'accordo che dovrà essere trovato entro l'11 dicembre sono che questo sia "durevole", che debba "inviare un messaggio chiaro per un passaggio a un'economia mondiale meno inquinante", "essere sotto i 2 gradi di aumento della temperatura e riconoscere l'impegno alla resistenza ai cambiamenti climatici". Oltre ad essere "dinamico, in grado di adattarsi anche ai cambiamenti dell'economia mondiale", ha sottolineato ancora il segretario generale dell'Onu. "Mai prima d'ora" si è verificato come alla Cop21 di Parigi "siano venuti 150 leader mondiali nello stesso posto, nello stesso momento con un solo obiettivo", ha sottolineato Ban, invitando a sfruttare "lo slancio" del momento per superare "il test". Si tratta di "una grande opportunità", ha aggiunto il segretario dell'Onu, ricordando ai 147 leader presenti alla sessione plenaria di avere "il potere per assicurare il benessere a questa e alle future generazioni".

Per il presidente francese Francois Hollande, la lotta a terrorismo e cambiamento climatico "sono due grandi sfide che dobbiamo affrontare", perché "ai nostri figli dobbiamo lasciare di più che un mondo libero dal terrore, un pianeta preservato dalle catastrofi, un pianeta sostenibile". Hollande ha parlato di accordo "essenziale", perché "miliardi di persone hanno gli occhi puntati su di noi". "Nessun Paese deve essere lasciato solo di fronte al cambiamento sregolato del clima" ha avvertito il presidente francese, rivolgendo un pensiero in particolare a "quelle isole che potrebbero rapidamente sparire. Voglio essere il loro portavoce". Con la Conferenza Onu sul clima "dobbiamo costruire un modello basato sulla cooperazione, in cui sia più conveniente preservare che distruggere", pensato per "un pianeta unico", sottolineando ai dirigenti presenti che "sulle nostre spalle pesa le aspettative dell'umanità intera".

"Raramente nel corso della Storia umana il destino non solo di chi è in vita oggi ma delle generazioni che non sono ancora nate è stato nelle mani di così pochi" alla Conferenza Onu sul clima a Le Bourget ha detto il principe Carlo intervenendo all'apertura dei lavori, invitando i delegati a "pensare ai vostri nipoti come io penso ai miei" perchè "con le vostre scelte di oggi loro non debbano rinunciare al loro domani". La Terra infatti "potrà sopravvivere all'aumento dei mari e delle temperature, ma non l'Uomo". Per questo "per evitare la catastrofe dobbiamo limitare a meno di 2 gradi l'aumento" del riscaldamento climatico, per cui "abbiamo sia i soldi che le conoscenze". L'invito è quindi a "investire le vaste somme che ora si spendono nei combustibili fossili nelle rinnovabili". "Spero che nel perseguire l'interessa nazionale" dei 195 stati rappresentati alla Cop21 "non perdiate di vista la necessità internazionale", ha avvertito il principe Carlo, concludendo di "pregare per il successo" della Conferenza sul clima.

Dopo l'apertura dei lavori i lader dei Paesi presenti alla Cop interverranno ciascuno con un messaggio di circa tre minuti. In attesa di lanciare il proprio messaggio alla Conferenza, il premier Matteo Renzi ha postato su Facebook: "C'è una sfida che riguarda tutti noi, il futuro del pianeta. Senza allarmismi inutili dobbiamo prendere atto che siamo ad un bivio. L'Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all'egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre terra". "Quattro miliardi di dollari da qui al 2020 - scrive il presidente del Consiglio - lo sforzo delle istituzioni e delle aziende a cominciare da Eni e Enel, un grande investimento educativo per le nuove generazioni. Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati ad altissimo livello. Siamo tra i protagonisti della green economy (biomasse, solare, geotermia)". Renzi afferma che "abbiamo ridotto le emissioni del 23% negli ultimi 20 anni. Sull'efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale". Dunque, aggiunge il premier, "noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutti sarà inutile. Siamo a Parigi per trovare un compromesso alto. Il mondo di oggi e di domani guarda a Parigi. L'Italia non si tira indietro".

248 mln dollari da 11 donatori per Paesi vulnerabili
Undici paesi, tra cui Italia, Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno annunciato in aprrtura della Cop21 un contributo complessivo di 248 milioni di dollari al Fondo per i Paesi meno sviluppati (Ldcf) per sostenere l'adattamento ai cambiamenti climatici degli stati più vulnerabili. L'Italia ne verserà 2 milioni entro la fine dell' anno e "s'impegna fortemente" ad aumentare il proprio sostegno nei prossimi anni, già a partire dal 2016. IL Lcdf, gestito dalla Global environment facility, "ha un ruolo chiave nell'affrontare bisogni di adattamento urgenti e immediati dei Paesi meno sviluppati, focalizzandosi sulla riduzione della vulnerabilità di settore e risorse cruciali per lo sviluppo nazionale, come acqua, agricoltura e sicurezza alimentare", spiega la dichiarazione congiunta che annuncia la donazione. Dalla creazione del fondo, nel 2001, al giugno 2015, il fondo ha finanziato progetti e programmi per 931,5 milioni di dollari, che hanno aiutato a mobilitare circa 3,8 miliardi complessivi attraverso co-finanziamenti. La domanda di sostegno da parte dei Paesi in via di sviluppo, sottolineano dalla Global environment facility, "rimane forte: siccità, tempeste violente, aumento del livello del mare e altri cambiamenti climatici stanno già avendo un impatto sui Paesi e ele comunità più vulnerabili del Pianeta".

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