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Acqua: progetto Ue, Unicef, Eni da 7 milioni dollari in Iraq

Servizi migliori per 850mila persone (160mila bambini) a Bassora

Redazione ANSA MILANO
(ANSA) - MILANO, 07 FEB - L'Unione Europea, l'Unicef ed Eni, lanciano un progetto da 7 milioni di dollari (6,12 mln euro) per migliorare la qualità dell'acqua a Bassora (Iraq) per 850mila persone, tra cui 160mila bambini. L'obiettivo è fornire entro il 2024 l'accesso a "servizi idrici di qualità e resistenti al clima" ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie nelle due aree dei bacini idrici di Al-Baradiya e Al-Jiha a Bassora, che comprendono 40 scuole e 21 centri sanitari.

Il progetto, in partnership con il Governatorato di Bassora, prevede che Eni metta a disposizione i propri impianti di trattamento dell'acqua di Al-Baradiya - ciascuno con una capacità di 400mila litri per ora - avvalendosi del sostegno del Ministero del Petrolio e della Basra Oil Company.

"Il cambiamento climatico - spiegano i promotori dell'iniziativa - ha un impatto grave sulla vita dei bambini in Iraq, comportando l'aumento della scarsità d'acqua e della salinizzazione, con serie implicazioni sul futuro del paese".

Quasi 3 bambini su 5 non hanno accesso a servizi idrici gestiti in modo sicuro e meno della metà delle scuole del paese ha accesso all'acqua.

"Come risposta, e grazie al progetto - indicano Ue, Unicef ed Eni - 350mila persone in due comunità all'interno della città di Bassora avranno accesso a servizi idrici migliori e resilienti al clima. Inoltre mille persone, in particolar modo i giovani, avranno la possibilità di contribuire alla fornitura di servizi equi e di promuovere una crescita verde ad alta intensità di occupazione".

Per implementare il progetto, il cui costo ammonta a quasi 7 milioni di dollari in 3 anni, l'Unicef lavorerà in stretto coordinamento con le autorità locali di Bassora e con il Ministero delle Costruzioni, degli Alloggi e dei Comuni Pubblici di Baghdad e in collaborazione con il Direttorato dell'Acqua di Bassora e con società di consulenza private, nonché attraverso il rafforzamento delle capacità di appaltatori locali, Ong e operatori, per migliorare la gestione dei servizi idrici e l'inclusione sociale. (ANSA).

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