ROMA - Investimenti in aumento del 24% rispetto al 2012, un gap infrastrutturale tra Nord e Sud che si mantiene elevato e la sfida dei cambiamenti climatici. Questo il quadro che emerge dal nuovo Blue Book - la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato - promosso da Utilitalia, realizzato dalla Fondazione Utilitatis con la collaborazione di ISTAT, presentato oggi a Roma.
Gli investimenti realizzati hanno registrato una crescita costante, arrivando a 38,7 euro ad abitante nel 2017, con un aumento del 24% negli ultimi 7 anni. L'incremento è dovuto alla stabilità della disciplina tariffaria - che ha consolidato la fiducia del sistema finanziario nei confronti del settore - e all'introduzione della disciplina sulla qualità tecnica (un sistema incentivante che prevede la verifica biennale dell'efficacia degli investimenti).
Nel 2018 in Italia per la fornitura di acqua nell'abitazione ogni famiglia ha speso in media 14,65 euro, il 3,4% del totale.
I livelli medi di spesa più elevati si registrano nel Mezzogiorno (16,87 euro) e nel Centro (16,43); valori inferiori alla media si riscontrano invece nel Nord (12,41).
Gli interventi sono sempre più correlati dall'esigenza di far fronte ai cambiamenti climatici e agli eventi naturali estremi: i fondi pubblici stanziati dal parlamento negli ultimi anni superano i 2 miliardi di euro, per invasi e acquedotti.
"Restano aree del Paese in forte ritardo - spiega il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti - soprattutto nel Mezzogiorno, dove sono ancora numerose le gestioni comunali 'in economia': ciò si traduce in livelli di servizi e di investimenti non adeguati, creando iniquità fra diverse parti del Paese. Serve un grande piano per il Sud che punti a far decollare l'infrastrutturazione".