Si tratta del valico di confine Licko Petrovo Selo, tra Croazia e Bosnia, sulla strada diretta verso la non lontana città bosniaca di Bihac. Quest'area è da circa due anni lungo la parte della rotta balcanica che più frequentemente viene percorsa dai migranti che tramite la Croazia, che non fa parte ancora della zona Schengen, tentano di raggiungere la Slovenia, l'Austria o l'Italia.
Da Zagabria è stato spiegato che i valichi di confine di regola dovrebbero essere protetti da recenti o altri tipi di barriere. "Nel caso si mostrasse necessario e in base all'analisi dei rischi collegati alla crisi migratoria, in futuro verranno poste barriere anche ad altri valichi", ha aggiunto il ministero degli Interni croati. Nell'ultimo periodo simili barriere sono state poste ad almeno altri sei valichi di confine, con la Serbia e la Bosnia.
Sin dalla drammatica crisi migratoria del 2015, la Croazia ha sempre rifiutato di erigere sui propri confini lunghe barriere di filo spinato, come hanno invece fatto la Slovenia e l'Ungheria. Negli ultimi anni la polizia croata è però fortemente criticata per adoperare la tecnica di "push-back", ovvero di respingimenti illeciti, a volte con abusi e violenze ai danni dei migranti. (ANSAmed).
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