TUNISI - In un discorso in occasione del decimo anniversario dell'operazione Karama ("dignita'" in arabo, che ripulì la Cirenaica dalle milizie islamiste), alla presenza del presidente della Camera dei rappresentanti, Aguila Saleh, e di numerosi leader militari e politici della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar, alla testa dell'Esercito nazionale libico, con sede a Bengasi, ha attaccato i "nemici della democrazia", "timorosi delle elezioni" e desiderosi di "mantenere lo status quo", rivendicando la natura "civile" delle forze armate "nel campo della costruzione e della ricostruzione" del Paese. Lo si legge sul quotidiano libico Al Wasat.
Il giornale riporta che Haftar ha di fatto attaccato il "percorso politico rimasto in fase di stallo dopo tante parole, incontri e promesse vuote", "nonostante i risultati ottenuti a livello militare e di sicurezza, e nei settori dello sviluppo e dell'edilizia" . Si tratta, secondo il generale, di "un approccio pianificato con molta attenzione per mantenere lo status quo". "Hanno paura delle elezioni, perché la democrazia li butterà fuori dalla storia. La loro scusa è che siamo militari. Si', siamo militari sui campi di battaglia, ma siamo civili nel campo della costruzione e della ricostruzione".
Haftar ha poi ribadito il "sostegno illimitato" al "governo costituzionale legittimo", ovvero al cosiddetto Governo di stabilita' nazionale (Gsn) con sede a Bengasi che si contrappone a quello di Unità nazionale di Tripoli guidato da Abldelhamid Dbeiba. "Crediamo nella democrazia e nello scambio pacifico del potere. Siamo civili per il nostro sostegno a tutte le iniziative che riguardano lo svolgimento di elezioni giuste e trasparenti", ha aggiunto il generale. "Abbiamo concesso più opportunità di quanto fosse necessario, nella speranza che si potesse raggiungere un accordo politico", ha concluso Haftar.
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