Nel primo, un documentario autoprodotto, gli autori raccontano l'eco-villaggo di Zelenkovac, costruito tra i boschi delle montagne bosniache, "gemma che si distingue come modello di tolleranza", piegano gli autori che hanno voluto raccontare della Bosnia, definita "il più grande cantiere del male in Europa dopo la II Guerra Mondiale", la storia del fondatore di Zelenkovac, Borislav "Boro" Janković, che è riuscito "a creare uno spazio armonioso in una terra ancora così sofferente", spiegano gi autori. "Volevo dimostrare che ognuno ha il diritto di vivere nel posto in cui è nato", afferma con convinzione Boro nel documentario che rifiuta di presentare soltanto il lato drammatico della Bosnia, senza offrire una minima possibilità di speranza di cambiamento "sarebbe - spiegano gli autori - il miglior modo per darla vinta a chi, sulla guerra prima e sull'appropriazione indebita di risorse poi, ha marciato e continua a marciare in Bosnia". La giornata, che si svolgerà a sarà completatra da un incontro con Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia), il fotografo Mario Boccia e il giornalista Rai Raffaele Crocco che parleranno ai ragazzi dell'assedio e della conquista di Srebrenica da parte dell'esercito serbo-bosniaco che portò alla morte di circa settemila uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana. Ma le sei giornate del festiva napoletano proporranno anche tanti altri eventi con 5 prime visioni nazionali, 25 film, documentari e cortometraggi in concorso e 25 fuori concorso, opere di di 4 Paesi ospiti (India, Messico, Argentina, USA), 50 ospiti tra registi, testimoni, esperti. (ANSAmed).
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