Gli uomini, residenti della zona, avevano filmato il gesto con il cellulare: nel video, diventato virale lo scorso anno, accusavano i migranti di avere causato l'incendio. Le fiamme, imperversate per giorni, avevano devastato il parco nazionale della Foresta di Dadià e hanno ucciso 18 migranti che si nascondevano nel bosco con l'obiettivo di attraversare la regione senza essere respinti.
Il reato di detenzione illegale viene perseguito come reato minore e i tre uomini, in custodia cautelare dallo scorso settembre, sono stati rilasciati. Gli imputati sono stati condannati per il reato di detenzione illegale a una pena di cinque anni, che può essere commutata in una multa.
La corte greca, dopo avere riconosciuto che l'atto non è stato commesso per motivazioni razziste, ha assolto gli imputati da una serie di altri reati, come quello di incitamento alla violenza e di porto illegale di armi.
L'uomo che aveva realizzato il video ha ricevuto anche una condanna a tre mesi per violazione della privacy. (ANSAmed).
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