Ora, l'intento è di coinvolgere altri 3000 abitanti (circa 500 famiglie) con il servizio di raccolta differenziata ''porta a porta'' oltre, chiaramente, ai beneficiari del quartiere pilota coinvolto durante la prima fase di progetto (250 famiglie). Il sito di compostaggio dove verrà trasportata la frazione organica dei rifiuti prodotti dai nuovi cittadini coinvolti sarà implementato e meglio equipaggiato in futuro. Il compost ricavato sarà poi ulteriormente analizzato e utilizzato in agricoltura valutandone gli impatti positivi sulle diverse coltivazioni di palme e alberi da frutto. Paolo Agostini della cooperativa Erica, che ha seguito in loco l'intero progetto, spiega ad ANSAmed che continuare a produrre compost coi rifiuti domestici in zone aride potrà finalmente dare la possibilità di rispondere a molte questioni urgenti come, per esempio, la lotta alla desertificazione. Inoltre, continua Agostini ''questo semplice esercizio di buone pratiche nella gestione dei rifiuti, oltre a non avere eguali in tutta la zona del Maghreb, vuole essere una sorta di esempio in piccola scala su come è possibile affrontare problematiche difficili senza enormi investimenti, aumentare la sensibilità in merito alle tematiche ambientali e far diventare i cittadini parte attiva in questo tipo di processi''. Il progetto è parte di un programma di cooperazione più ampio, mirato allo sviluppo economico e il consolidamento della democrazia partecipata in Tunisia, che vede impegnati una molteplicità di soggetti quali Aica (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale), comuni di Avigliana e Coazze, cooperativa Erica, Comitato di Gemellaggio Coazze-Decazeville in Italia e, in Tunisia, il comune di Degueche e l'Association de protection et embellissement de l'environnement. (ANSAmed)
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