ROMA - "Noi pastai siamo fortunati: saremo costretti a fare questo mestiere un po' magico, dove si mescolano acqua e semole, per almeno altri 500 anni, perché la pasta italiana ha tanto futuro avanti. Nostra sfida è continuare a farne un prodotto moderno: dobbiamo offrire nutrizione e salute per il consumatore di oggi". Parola di Paolo Barilla, imprenditore dell'omonimo gruppo alimentare e presidente dell'Aidepi, associazione italiane delle industrie del dolce e della pasta italiana.
Nella storia di questo alimento simbolo della dieta mediterranea, ha osservato il presidente Aidepi, "siamo in una fase di mezzo: un tempo la pasta era cibo a basso costo utile per combattere la fame; oggi è cibo del piacere, ad alto contenuto energetico. Il suo appeal è crescente anche negli Stati Uniti, nonostante la 'carbofobia' di molti consumatori legati a diete iperproteiche. E la pasta sta trovando un nuovo mercato promettente - oltre che negli Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud e Cina - in Russia dove i residenti nelle grandi città lo stanno usando come piatto-principe a tavola, e non più come contorno.
Noi accettiamo il ruolo di paese di riferimento per la produzione e consumo della pasta, con l'impegno - ha sottolineato - di far tesoro della nostra tradizione per portarla nel futuro. Sono allo studio cambiamenti per le porzioni, già ridotte a 80 grammi a persone, e dobbiamo educare il consumatore, in particolare negli Usa, a sughi più light".
In tal senso Aidepi chiede alle istituzioni una nuova formulazione nutrizionale e col ministero della Salute c'è ampia collaborazione su questo obiettivo.