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Cibus Connect, tutto il nuovo del cibo Made in Italy il 10 e 11 aprile a Fiera di Parma

10.000 operatori e buyer. Federalimentare, 'semafori' spaventano più di dazi e Brexit

Redazione ANSA PARMA

Una vetrina-business per 900 marchi dell'agroalimentare, 700 espositori, 10.000 operatori e buyer attesi, di cui 3.000 dall'estero, 500 nuovi prodotti in esposizioni. Sono gli ingredienti di Cibus Connect, allestita dal 10 all'11 aprile alla Fiera di Parma. 

I Top 100 Prodotti Premium, che sono stati selezionati da una giuria tecnica, sono esposti nello spazio Cibus Innovation Corner, a testimoniare l'impegno dell'industria alimentare italiana a reinterpretare la tradizione gastronomica del Paese, adattandola alle richieste dei consumatori, di prodotti attenti alla salute ma anche di gusto. Cibus Connect non è solo esposizione di prodotti di qualità: qui si incontra tutta la filiera agroalimentare per approfondire le tematiche d'interesse e delineare le strategie commerciali future.

La manifestazione è organizzata da Fiere di Parma con Federalimentare e in collaborazione con ICE Agenzia.



Gli stand di Cibus Connect presenteranno i nuovi prodotti dell’industria alimentare italiana in tutte le categorie: pasta, conserve, olio, condimenti, gastronomia, farine, salumi, lattierocaseario, dolci, quarta gamma ed altro. Questi prodotti saranno cucinati dagli chef nella grande area della cooking station ed offerti in degustazione agli operatori commerciali che visiteranno la fiera. Tra i nuovi prodotti si registra una crescita dei prodotti salutisti e bio, con una ripresa dei salumi e dei prodotti dolciari. La lista completa dei 500 nuovi prodotti esposti in fiera è pubblicata sul sito Cibus.it e sulla App Cibus.

Nel quartiere fieristico sono diverse le aree speciali: quella dedicata ai produttori di Slow Food, la Cibus Buyers Lounge dove si svolgono gli incontri business tra buyer ed espositori, le due aree showcooking, lo Start Up Lab. In quest'ultimo spazio è possibile incontrare 9 start up che operano nel campo della 'food revolution' per una relazione tra uomo, tecnologia e cibo, come motore di cambiamento e strumento chiave per creare un mondo piu' sano e sostenibile.

Industria alimentare, fatturato del Sud cresce più del Nord. Rapporto Ismea apre Cibus Connect
C'è un Mezzogiorno che corre ed è quello dell'industria alimentare. Negli ultimi tre anni il fatturato delle imprese meridionali (+5,4%) cresce di più di quelle del Centro-Nord, ferme all'incremento del 4,4%, sebbene solo il 23% delle aziende medio-grandi si collochi al Sud. E la maggiore accelerazione nel fatturato si registra nelle imprese giovani (+12%) cioè quelle con meno di 25 anni di attività. Lo evidenzia uno studio presentato dall'Ismea, realizzato in collaborazione con Fiera di Parma e Federalimentare sulle 1.526 imprese del comparto alimentare con un fatturato superiore a 10 milioni di euro. "La competitività del sistema agroalimentare sembra trovare una solida casa al Sud - ha detto il direttore generale dell'Ismea Raffaele Borriello - dove la componente agricola è forte in termini di occupati (78%) mentre il comparto settentrionale traina invece investimenti ed export. Sono molteplici le ragioni del sorpasso del Sud, dove nel complesso di contano oltre 344mila imprese agricole e quasi 34mila dell'industria alimentare, pari al 18,5% del tessuto imprenditoriale del Sud. Qui operano la maggioranza dei comparti più dinamici come quello delle conserve vegetali, con buone performance a livello nazionale quali lattiero-caseario, vino, salumi e carni. In particolare registrano ottime performance le aziende del caffè, cioccolato, confetteria (+14%), prodotti da forno (+18%) e olio (+21%).

Federalimentare, 'semafori' spaventano più di dazi e Brexit 
"Abbiamo timori della Brexit e dei dazi proposti dal presidente Usa Donald Trump, ma il vero timore per l'industria alimentare italiana è la guerra che ci stanno facendo con i semafori contro la dieta Mediterranea". Lo ha detto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio all'inaugurazione di Cibus Connect, oggi e domani alla Fiera di Parma. Nel mercato inglese, ha aggiunto Vacondio, "sta facendo più danni il semaforo a punti che la paventata Brexit. E quello che, con una buona azione di squadra, abbiamo sbattuto fuori dalla porta si sta riproponendo dalla finestra". Giudizio in bianco e nero invece da parte del n.1 della rappresentanza dell'industria alimentare sull'italian sounding: "E' evidente la corsa nel mondo all'imitazione dei nostri prodotti, lo fanno perché siamo innegabilmente i più bravi nell'offerta di cibo di qualità e questo ci colma di orgoglio. Come è una meraviglia vedere qui a Cibus Connect tanti imprenditori che, nonostante tutto, hanno ancora voglia di stare in una competizione così agguerrita. Ma dalla voglia di mangiare italiano, di imitare il nostro stile a tavola e l'eleganza delle nostre produzioni alimentari ci sono danni dalle imitazioni, ma anche opportunità" ha concluso il presidente di Federalimentare Vacondio.

Dazi: Ferro (Ice), bilateralismo contro barriere commerciali
Contro il problema delle barriere commerciali "bisogna proseguire nel bilateralismo e cercare di accelerare l'accordo commerciale Ue-Usa". Così, in occasione di Cibus Connect, il nuovo presidente Ice Carlo Maria Ferro ha commentato l'allarme sui dazi Usa dopo le dichiarazioni del presidente Trump. Nell'Ice, ha detto poi Ferro, "dovrò fare nei prossimi sette anni quello che non stato fatto in decenni. In generale, dobbiamo abbattere un po' di silos che esistono nella pubblica amministrazione e nel sistema di rappresentanza del Paese. A Vinitaly, nei giorni scorsi, per la prima volta Ice ed Enit hanno presentato il sistema Italia a 15 mila buyer esteri per mandarli a casa non solo con un carnet di ordini ma -ha concluso - anche con una immagine positiva dell'Italia. A Cibus Connect valorizziamo ora le eccellenze della tavola e il gioco di squadra nella filiera agroalimentare".

Dazi: De Castro, solo come Europa possiamo vincere mosse Trump
"Sul protezionismo non si può vincere da soli. La sfida aperta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui dazi la possiamo vincere solo a livello europeo. Ma se dovessi scommettere sull'effettivo varo della politica dei dazi Usa scommetterei personalmente di no". Lo ha detto l'europarlamentare Paolo de Castro, primo vice presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, a margine dell'inaugurazione di Cibus Connect, in cartellone oggi e domani alla Fiera di Parma. "Se c'è una possibilità sulla trattativa con gli Stati Uniti, la dimensione per affrontarla ce l'ha solo l'Europa - ha sottolineato De Castro - che rappresenta il 23% della ricchezza mondiale, sotto di un solo punto agli Usa (24%). Inoltre l'amministrazione Usa deve tener presente che l'Unione Europea importa quasi il 90% del proprio fabbisogno di soia proprio dagli Stati Uniti. Certo - ha ammesso - il momento della sfida dei dazi è il peggiore, non abbiamo il parlamento, ma solo come Europa possiamo controbilanciare le mosse di Trump".

Ceta: Prandini (Coldiretti), le condizioni per un nostro sì
Un sì della Coldiretti al Ceta, accordo di libero scambio tra il Canada e l'Unione Europea, sembra più possibile dal palco del Cibus Connect, alla fiera di Parma, alla luce dei recenti incontri tra l'organizzazione di rappresentanza agricola e il Commissario Ue all'Agricoltura Phil Hogan e di una lettera inviatagli dove Coldiretti aveva espresso preoccupazione sulla tutela e il riconoscimento delle indicazioni geografiche nel mercato canadese e chiesto la revisione del sistema di gestione delle quote di importazione di formaggi in Canada. "Eravamo critici all'inizio - ha ricordato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - ma se avremo risposte certe su alcuni punti chiave, come la presa in considerazione delle Dop minori che però stanno crescendo sui mercati esteri dimostrandosi competitive, oltre che un confronto sui sistemi produttivi a partire da pari regole fitosanitarie per non ingenerare concorrenza sleale nonché quote lattiero-casearie non gestite solo dagli importatori, diremo sì".
In particolare per il presidente della Coldiretti è necessario in prospettiva che tutti gli accordi vengano ratificati dai parlamenti nazionali col coinvolgimento delle organizzazioni agricole più rappresentative a livello nazionale nella fase di negoziazione e implementazione. Secondo Coldiretti, inoltre, le misure Sanitarie e Fitosanitarie devono sempre essere discusse in modo aperto, cercando la cooperazione tra l'Ue, il paese terzo coinvolto e gli Stati membri che incontrano problemi nelle esportazioni. Mentre per quanto riguarda le Indicazioni geografiche, "bisogna aprire la strada - ha detto Prandini - alla creazione delle condizioni più favorevoli per migliorare la protezione istituzionale delle IG all'interno dell'accordo Ceta. Auspicabile perciò un aumento del numero delle IG riconosciute, in particolare delle Dop. Inoltre, la protezione delle Ig riconosciute deve essere accompagnata da misure che ne facilitino l'esportazione. Per questo motivo chiediamo che venga rivista la gestione dei contingenti di importazione canadesi per i formaggi, attualmente sbilanciata a favore dei produttori canadesi". Per la competitività sul mercato globale il presidente Coldiretti Prandini ha auspicato anche maggiore celerità per la stesura dei Protocolli sanitari per dar via all'export ortofrutticolo e infrastrutture al passo coi tempi.

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