Una lettera aperta, firmata da 126 specialisti di malaria italiani, è stata inviata ai ministri italiani della Salute e della Università e Ricerca in occasione del G7 Salute appena conclusosi a Milano: i malariologi lanciano l'allarme sull'impatto globale della malaria perché l'Italia attivi finanziamenti pubblici a sostegno della ricerca italiana contro questa devastante malattia, avvertendo che anche il nostro Paese è "a rischio".
"L'Europa e l'Italia - scrivono gli esperti - non sono, neanche in questo campo, un mondo a parte: l'intensità dell'attuale movimentazione globale di merci e persone espone anche i Paesi dove la malaria è stata eliminata al rischio che il trasporto di zanzare o persone infette possa reintrodurre questa malattia, sia con episodi isolati, ma non per questo meno gravi, come dimostrano le cronache recenti, sia, come nel caso della Grecia tra il 2010 e il 2013, con focolai epidemici sostenuti dalle zanzare autoctone.
In questo contesto, emerge cruciale l'esigenza anche di aumentare le competenze diagnostiche e cliniche sulla malaria sia in Italia che in Europa". Dieci anni fa l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha fondato, insieme a nove università, l'Italian Malaria Network per raccogliere i gruppi di eccellenza che nel nostro paese conducono ricerca parassitologica, clinica, epidemiologica e farmacologica sulla malaria. Oggi, 126 ricercatori italiani, di cui quasi un quinto lavora in Iss, hanno perciò sottoscritto questa lettera aperta. La lettera indica i rischi della possibile diffusione in Africa di ceppi di parassiti malarici resistenti ai più moderni farmaci e sottolinea che non sono esenti da rischi anche i paesi occidentali. I ricercatori osservano inoltre che, mentre il finanziamento globale della lotta alla malaria è cresciuto di venti volte negli ultimi 15 anni, la ricerca malariologica italiana non riceve tuttora alcun finanziamento pubblico significativo e lanciano quindi un appello perché l'Italia avvii una decisa inversione di tendenza.