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Immatricolazioni auto: rallenta ancora il mercato, a maggio -1,2%

Per Gruppo Fca a maggio -6,09% rispetto al 2018

Redazione ANSA

 Ancora un segno meno per il mercato delle auto in Italia. Secondo i dati del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, a maggio sono state immatricolate 197.307 vetture, l'1,2% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Nei primi cinque mesi dell'anno, le immatricolazioni sono state 910.093, il 3,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018.

Il Gruppo Fca ha immatricolato a maggio 51.798 auto, il 6,09% in meno dello stesso mese del 2018. La quota è in calo dell'1,37%, dal 27,6% al 26,2%. Nei primi cinque mesi dell'anno, l'azienda ha venduto 228.147 auto, con una flessione del 12,1%. La quota scende del 2,36%, dal 27,4% al 25,07%.

Secono Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor,  l'andamento del mercato dell'auto è coerente con la stagnazione dell'economia italiana. "Il condizionamento maggiore che grava sulla domanda di auto è costituito dalla situazione economica; esiste un notevole serbatoio di domanda di sostituzione insoddisfatta, pronta a scaricarsi sul mercato se finalmente si adottassero misure per rilanciare la crescita economica del Paese e naturalmente anche se si varassero misure specifiche per accelerare la sostituzione di un parco circolante in larga misura fortemente inquinante e poco sicuro". Secondo Promotor, le previsioni ufficiali per il 2019 indicano una crescita del Pil dello 0,2%, "ma anche se la previsione fosse corretta - osserva ancora Quagliano - si tratterebbe di una crescita assolutamente insufficiente, non solo se confrontata con la crescita del 2017 (+1,8%), ma soprattutto se si considera che a fine 2018 il Pil italiano doveva ancora recuperare il 50% del calo determinato dalla crisi deflagrata nel 2008".

Michele Crisci, presidente dell'Unrae, l'Associazione delle Case automobilistiche estere, commentando i dati delle immatricolazioni di auto nel mese di maggio in Italia auspica che "il governo possa finalmente porre l'attenzione dovuta a un settore nevralgico per il sistema economico del nostro Paese, attivandosi con interventi sulla fiscalità delle auto aziendali, tema sul quale la nostra Associazione si batte da molti anni".  "La revisione della fiscalità è una delle leve strategiche per lo sviluppo e il rilancio delle imprese italiane, aumentandone la competitività anche nei confronti di quelle straniere che, non solo beneficiano di una detraibilità totale dell'Iva sulle auto aziendali, ma anche di maggiori deducibilità - aggiunge -. Misure del genere potrebbero rappresentare un volano per incentivare le imprese ad aumentare gli investimenti e di conseguenza anche uno strumento per accelerare il rinnovo del parco circolante, che al momento presenta tassi di sostituzione assolutamente insufficienti". "Una manovra in tal senso - conclude il presidente - potrebbe portare volumi incrementali stimati nell'ordine delle 100.000 unità, con ritorni benèfici per l'erario in termini di maggior gettito Iva e Ipt, da noi calcolati in circa 450 milioni di euro l'anno, rendendo non necessaria una copertura finanziaria, per non parlare degli effetti positivi su ambiente e sicurezza della circolazione". 

"Dopo il lieve recupero di aprile - afferma Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia, l'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilisti - il mercato italiano dell'auto torna ad avere segno meno (-1,2%), pur beneficiando di un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese 2018 senza il quale, probabilmente, il calo sarebbe stato maggiore".  A maggio, in particolare, continuano a calare a doppia cifra - osserva Anfia - le immatricolazioni di auto diesel (-20%), con una quota del 42%, mentre prosegue il trend di crescita della benzina (+22,5). Le immatricolazioni di vetture elettriche, per la maggior parte tra quelle che usufruiscono dell'Ecobonus, sono lo 0,6% del totale, quasi il doppio di quelle di maggio 2018. Anche le ibride (incluse le plug-in) riportano una crescita del 36%, con una quota del 5,4%. Tra le ibride, registrano la crescita maggiore, nel mese, le ricaricabili, +53% contro il +35% delle ibride tradizionali. "La misura dell'Ecobonus sta spingendo vetture elettriche e ibride ricaricabili che, a fine anno, potrebbe rappresentare tra l'1% e il 2% del mercato totale, in un contesto di infrastrutture ancora fortemente carenti", conclude Scudieri.

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