Costruire una discarica vicino a Versailles o alle Piramidi? Assurdo anche solo pensarci, un orribile attentato alla storia e alla cultura, "il popolo avrebbe preso i forconi", osserva Urbano Barberini, che nei giorni scorsi ai Giardini della Filarmonica a Roma ha portato in scena "Le rovine di Adriano". Un testo del giornalista Nello Trocchia che racconta un tentativo di "sfregio" - con un milione di tonnellate di pattume di Roma - fatto cinque anni fa contro un altro simbolo del nostro passato, la Villa di Adriano a Tivoli, patrimonio Unesco, con il progetto di una discarica a soli 700 metri di distanza. Uno spettacolo di denuncia che racconta l'intreccio fra potere e malaffare, per un business da oltre cento milioni di euro, in un paese colpito da una "collettiva amnesia", "che non si risveglia, non scalpita, non scatta contro un progetto di annientamento di un patrimonio storico di rara bellezza", spiega Nello Trocchia rilevando che "quella della Villa di Adriano è l'origine, l'obiettivo per inquadrare il Paese, piegato da logiche predatorie" ed "è l'occasione per dipingere un affresco dell'Italia, svuotata di memoria, supina a spinte emergenziali e serva di riveriti e incapaci gestori di potere". Il principe Urbano Barberini, attore e fondatore del comitato "Salviamo Villa Adriana" che mobilitò gran parte della società civile contro la discarica a Corcolle portando quel tentativo di "devastazione ambientale" all'attenzione di tutto il mondo, legge un testo che fa nomi e cognomi di alcuni protagonisti di quelle decisioni, richiama una precedente storia di pattume e affari "che ha umiliato la Campania" ma che fu cancellata dalla memoria. Vicende che a tratti sono pugni nello stomaco, che danno il senso dell'impotenza ma a cui tuttavia il comitato reagì con successo. Emozioni scandite al piano da Danilo Rea. Infine, un cameo di Franca Valeri, una voce fuori campo della grande attrice che si mobilitò in prima persona facendo appello anche al presidente della Repubblica per fermare quello scempio.