Laghi, fiumi e lagune in buona salute difendono da inquinamenti e dissesto idrogeologico, mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici. Lo ricorda il Wwf nella Giornata mondiale delle zone umide, che ricorre ogni anno il 2 febbraio, chiedendo per l'occasione di istituire il Parco Nazionale del Delta del Po. Una "zona unica per biodiversità su scala europea", afferma l'associazione ambientalista, con oltre 300 specie di uccelli, 40 specie di mammiferi e 25 tra anfibi e rettili.
La Giornata 2017 è dedicata al ruolo che le zone umide rivestono nella riduzione del rischio da calamità, nella mitigazione degli impatti di eventi estremi, come inondazioni, siccità e cicloni. "Le zone umide d'importanza internazionale riconosciute nel nostro Paese e inserite nell'elenco della Convenzione di Ramsar sono ad oggi 52, distribuite in 15 regioni, per un totale di 58.356 ettari", si legge nel dossier pubblicato oggi dall'associazione del panda. Il Wwf, grazie al Sistema delle Oasi, "gestisce direttamente o in collaborazione con altri enti la rete di aree umide più diffuso in Italia: circa 50 aree, 10 delle quali sono Zone Umide d'importanza internazionale ai sensi della Convenzione". Il "capitale naturale" delle zo\\ne umide - secondo stime globali citate dal Wwf - si aggirerebbe intorno ai 300-800 dollari per ettaro all'anno per le zone umide costiere, e fino a 104.000 per quelle interne. Si tratta di ecosistemi a rischio.
In molti Paesi europei nel XX secolo si è registrata una perdita di oltre il 50% della superficie originaria di zone umide. Le cause sono da cercare nello sviluppo urbano, nell'agricoltura intensiva, nell'inquinamento, nei cambiamenti del regime idrogeologico, nell'introduzione di specie invasive e nei cambiamenti climatici.
Per celebrare il "World Wetland Day" sabato 4 e domenica 5 febbraio le Oasi WWF che proteggono stagni e paludi saranno aperte gratuitamente al pubblico.