La Commissione europea ha deciso di lanciare uno "studio di fattibilità per un piano d'azione contro la deforestazione". Una serie di misure che dovranno occuparsi anche dell'import di prodotti agricoli, come l'olio di palma, recentemente al centro di forti polemiche. La proposta di un piano Ue vero e proprio non arriverà quindi prima del 2017, più probabilmente nel 2018.
Decisamente in ritardo per le ong impegnate contro la devastazione dei polmoni verdi. "Dal 1990 la deforestazione in Indonesia ha fatto scomparire un'area grande quanto la Germania e oggi il settore dell'olio di palma è il principale volano di questa distruzione" ha detto chiaro e tondo Annisa Rahmawati, attivista per le foreste di Greenpeace Sudest asiatico, in un'audizione al Parlamento europeo. Intanto diverse imprese hanno assunto l'impegno per una filiera produttiva amica dell'ambiente al 100% per il 2020 in Europa. L'Olanda ha inserito il dossier fra le priorità della sua presidenza Ue e insieme a Francia, Germania, Gran Bretagna e Danimarca ha invitato la Commissione europea a includere una garanzia anti-deforestazione negli accordi agricoli con i Paesi produttori. La Francia però ha deciso di non aspettare Bruxelles: sta già discutendo una proposta che aumenta le tasse sull'import di olio di palma impiegato nei cibi, esentando quello certificato come 'sostenibile', scatenando dure reazioni da parte dei grandi Paesi produttori, Indonesia e Malesia.