Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Dentista Usa ammette 'ho ucciso leone Cecil'

'Pensavo fosse legale'. Petizione online chiede giustizia

Redazione ANSA

Ignorava che il leone cacciato e ucciso fosse un'icona del parco nazionale Hwange nello Zimbabwe, ma soprattutto pensava che fosse tutto legale. Così il dentista americano Walter James Palmer ha ammesso con uno scarno comunicato di aver ucciso Cecil, leone di 13 anni simbolo del parco africano.

 

L'uomo però risulta latitante alle autorità dello Zimbabwe, mentre i due che lo avrebbero aiutato nell'impresa sono comparsi oggi in tribunale e sono stati rilasciati su cauzione. Il caso infiamma il dibattito pubblico e online una petizione che chiede giustizia per Cecil ha raccolto in poche ore oltre 400mila firme. Palmer - che avrebbe pagato 50mila dollari per uccidere la sua preda - è uscito allo scoperto con una nota dopo essere stato formalmente identificato dalle autorità africane, ma a comparire oggi in tribunale sono stati solo Theo Bronchorst e Honest Trymore Ndlovu, rispettivamente il cacciatore professionista e il proprietario della fattoria cui Palmer si era affidato per la sua battuta di caccia.

 

I due, come riporta l'edizione online della Bbc, sono stati rilasciati su cauzione ma sono stati accusati di bracconaggio e per non essere in possesso delle licenze di caccia richieste. Dovranno comparire di nuovo in aula il 5 agosto e rischiano fino a 15 anni di carcere. Palmer ha lasciato lo Zimbabwe ma potrebbe comunque dover affrontare accuse formali. Uccidere Cecil, come spiegato da Zimbabwe National Parks and Wildlife Authority e Safari Operators Association, è stato illegale perché il proprietario della fattoria in cui è avvenuta l'uccisione non aveva un regolare permesso di caccia.

 

I cacciatori avrebbero attirato di notte con un'esca il leone fuori dall'area protetta (dentro il parco non avrebbe potuto essere cacciato) e lo avrebbero ferito con arco e freccia. Dopo 40 ore di agonia Cecil sarebbe stato trovato e quindi finito con un fucile, per poi essere decapitato e scuoiato. Il collare Gps è stato semidistrutto. I "trofei" di caccia sono stati confiscati e potrebbero essere usati come prova nel processo. Durissimo il giudizio delle associazioni ambientaliste e dei comuni cittadini. La pagina web dell'attività lavorativa di Palmer è stata presa di mira con commenti e vignette al vetriolo.

 

Sui social network, Twitter in particolare, sono migliaia i post di indignazione degli utenti e l'hashtag #CecilTheLion è schizzato in testa agli argomenti di tendenza. Volantini e biglietti ingiuriosi sono stati recapitati anche sulla porta di ingresso dello studio di Palmer, a Bloomington nel Minnesota, ora piantonata dalle forze dell'ordine

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA