(di Stefano Secondino)
Anche l'Italia ha il suo 'panda', cioè un animale bello e raro arrivato a un passo dall'estinzione e salvato grazie all'impegno degli animalisti. E' il cervo sardo, una specie che vive solo in Sardegna e Corsica. Negli anni Ottanta era ridotto a poche decine di esemplari. Poi, nel 1985, la sezione italiana del World Wide Fund for Nature, acquistò 3.000 ettari sul Monte Arcosu e ne fece un'oasi naturale. Oggi questi magnifici animali sono diventati un migliaio e sono andati a ripopolare anche altre zone. Ricordare il salvataggio del cervo sardo è forse il modo migliore per celebrare i 50 anni del WWF Italia, che cadono proprio oggi. Il 5 luglio del 1966, Fulco Pratesi e un gruppetto di pionieri dell'ecologia fondavano a Roma la sezione italiana dell'organizzazione ambientalista, nata in Svizzera nel 1961. La prima sede fu una stanza nello studio di architettura di Pratesi nel quartiere Parioli.
I soci all'inizio erano solo un migliaio. L'associazione puntò subito sulle oasi, pezzi di territorio acquistati coi soldi dei volontari e di sottoscrizioni pubbliche e chiusi alla caccia e alla costruzione, per farne rifugio di specie minacciate. La prima fu quella di Burano, nel sud della Toscana. Contemporaneamente vennero le campagne per ottenere leggi sulla caccia più restrittive e norme per la tutela delle specie minacciate. Ricordare tutte le battaglie (e le vittorie) è quasi impossibile: dall'Operazione San Francesco partita nel 1971 per salvare il lupo (allora quasi scomparso, oggi in espansione), alla campagna per l'orso bruno (oggi tornato anche sulle Alpi), dall'iniziativa "Il mare deve vivere" nel 1978 sull'Amerigo Vespucci (che ha favorito fra l'altro lo stop alla pesca con le bombole) al divieto di caccia per la pernice bianca, simbolo delle praterie alpine.
Negli anni 80 il WWF arruola Piero Angela come testimonial contro la deforestazione dell'Amazzonia. Fra i successi più importanti dell'associazione ci sono le leggi sulla caccia (da quella del '77 che vietò l'uccellagione a quella del '92) e la legge quadro sui parchi del 1991. Ma anche il lavoro di sensibilizzazione di generazioni di studenti verso le tematiche ambientali, attraverso campi estivi e visite guidate nelle oasi. E poi naturalmente il salvataggio di tante specie dall'estinzione, grazie alle aree protette: oltre a cervo sardo, lontra e lupo, anche piccoli animali come la testuggine di Herman, il pelobate fosco (un anfibio della Pianura Padana), la salamandrina dagli occhiali e tanti altri. E ancora i centri che hanno salvato tante tartarughe marine intrappolate.
Il WWF in questi 50 anni ha anche partecipato alla vita politica italiana, sui temi ambientali. Ha sostenuto il referendum contro il nucleare dell'87, quello contro la caccia del '90 e quello per l'acqua pubblica del 2011. Parallelamente le sue guardie volontarie hanno denunciato migliaia di reati ambientali e il suo ufficio legale si è costituito parte civile in tanti processi contro attività inquinanti, da Porto Marghera a Gela, dall'Ilva di Taranto all'Eternit di Casale Monferrato.
Pratesi, oggi il Paese è migliore del 1966
''Sono molto orgoglioso di essere arrivato a 50 anni di questo lungo percorso che ci ha portato tante vittorie e anche sconfitte, però siamo orgogliosi perché l'Italia oggi è migliore di come era nel 1966 quando iniziammo questa lunga marcia verso la natura''. Così Fulco Pratesi, presidente onorario e fondatore del WWF Italia, durante la celebrazione del cinquantesimo anniversario della fondazione dell’associazione ambientalista, nata il 5 luglio del 1966, che si è tenuta questa mattina presso la sede nazionale di Roma del WWF Italia. Pratesi prosegue raccontando uno dei momenti fondamentali per la storia dell'associazione: "Il ricordo che porto nel cuore è l'acquisizione della riserva di Burano, la prima che lanciammo, contro il parere di alcuni consiglieri per il prezzo troppo alto, circa 4 milioni di lire, che ancora oggi funziona benissimo e rappresenta il primo successo delle 100 oasi che abbiamo creato". Poi conclude con uno sguardo al presente e al futuro: "Ora la battaglia che ci attende e stiamo combattendo è quella di salvare il pianeta da un aumento enorme del riscaldamento globale e dal consumo assurdo e continuato di carburanti fossili che sta portando il pianeta a dei grossi problemi, lo vediamo con tutto ciò che significa anche nel nostro clima".