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Galletti, per la protezione del suolo le risorse ci sono ma vanno spese bene e in fretta

On line su #italiasicura linee guida per contrasto al dissesto; Utilitalia pubblica il 'Manuale delle alluvioni'

Redazione ANSA

A due anni dallo sblocco da parte del Governo di "centinaia di progetti fermi" e dalla riattivazione di procedure che sembravano "irrimediabilmente bloccate" sul fronte della difesa del suolo, il "problema è meno di risorse ma piuttosto di spendere bene e in fretta le risorse che ci sono. Le risorse ci sono, abbiamo semplificato il sistema, oggi ci sono le condizioni per i Presidenti di regione di impiegare in tempi brevi le risorse già disponibili". Così il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti rispondendo ad una interrogazione al question time alla Camera ricordando che per il Governo il problema del dissesto idrogeologico è una priorità e che ci sono 138 interventi ancora da avviare, 242 in progettazione, 699 in esecuzione e 541 conclusi. Galletti ha ricordato che risale al 2010 la sottoscrizione degli Accordi di programma con le Regioni per la messa in sicurezza del territorio il cui valore complessivo è di oltre 2 miliardi di euro (di cui 883 milioni di fondi del Ministero 1284 di risorse regionali) con più di 1.600 interventi finanziati. Attualmente, il ministero dell'Ambiente sta procedendo in coordinamento con la Struttura di Missione di palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico #italiasicura alla predisposizione della nuova programmazione degli interventi. In particolare, ha spiegato Galletti, si sta lavorando con le Regioni alla definizione del 'Piano nazionale di prevenzione e di contrasto al dissesto per gli anni 2015-2023', nell'ambito del quale è stato già approvato nel settembre scorso il 'Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta al rischio di alluvioni', costituito da una sezione attuativa e già finanziata (33 interventi per 654 milioni di euro) e da una sezione programmatica (99 interventi per 650 milioni di euro) destinata a futuro finanziamento.

Per finanziare una parte del Piano Nazionale di prevenzione e di contrasto al dissesto idrogeologico "si sta valutando con gli enti di credito europei la richiesta di un mutuo" ad integrazione delle risorse di bilancio ordinarie, ha detto il ministro aggiungendo che per quanto riguarda le risorse ordinarie è stata prevista l'assegnazione di 150 milioni di euro nel 2016, 50 milioni nel 2017, 150 milioni nel 2018 e 1.700 milioni di euro per il periodo 2019-2030. I fondi nazionali Sviluppo e Coesione 2014-2020 sono stati parzialmente attribuiti alle Regioni del Meridione attraverso la sottoscrizione dei 'Patti per il Sud', per il contrasto al dissesto idrogeologico circa 1,5 miliardi di euro. Galletti ha annunciato che un'ulteriore assegnazione di risorse sarà fatta a valere sulla quota residua del Fondo. Per quanto concerne invece le risorse della coesione europea, si segnalano diversi interventi finanziati con i Programmi operativi regionali (POR), per circa 1,2 miliardi di euro. Il ministro ha infine ricordato che il Collegato Ambientale, per favorire le necessarie attività progettuali, ha istituito un Fondo di 100 milioni per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico che sarà disciplinato con un decreto in corso di sottoscrizione.

Ammonta a circa 20,3 miliardi di euro la stima dell'insieme degli interventi contro il dissesto idrogeologico indicati dalle Regioni nell'ambito del Piano Operativo Nazionale per il periodo 2014-2020 avviato dal ministero dell'Ambiente, insieme alla Struttura di missione di palazzo Chigi ha detto ancora Galletti al question time precisando che rispetto a questa stima complessiva l'importo delle richieste validate dalle Regioni ammonta a circa a 17,5 miliardi di euro. Galletti ha ricordato che i presidenti di Regione sono subentrati alle precedenti gestioni commissariali con poteri ampliati e rafforzati per accelerare e semplificare sia la fase di progettazione che quella di autorizzazione ed esecuzione. Inoltre, il ministro ha rilevato che si è voluto recuperare il ruolo fondamentale svolto dalle Autorità di bacino nell'attività di pianificazione e di individuazione degli interventi, chiamandole a esprimersi sulla tipologia e localizzazione del dissesto e sull'effettiva relazione fra intervento proposto e recupero dell'assetto idromorfologico dell'area. Il ministero ha approvato, in coordinamento con le regioni, lo scorso 3 marzo, i due nuovi masterplan di riferimento in materia di acqua e di gestione del rischio di alluvioni, coordinati a livello di distretto idrografico, espressamente richiesti dalle normative comunitarie. Con specifico riferimento alla pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti dai tronchi d'albero o altro materiale vegetale, Galletti ha ricordato che si tratta di un'attività di competenza regionale. La questione della sabbia e della ghiaia trascinate dalla corrente, nel "Collegato ambientale" è stata affrontata con una norma specifica, che prevede che le Autorità di bacino predispongano il programma di gestione dei sedimenti a livello di bacino idrografico. Tali attività strategiche nel settore della manutenzione e della pulizia degli alvei dei fiumi, ha detto Galletti, devono fondarsi su un quadro conoscitivo aggiornato rappresentato dai Piani di gestione e dalle loro attuazioni a livello territoriale. Solo su queste basi sarà, d'ora in avanti, possibile fondare una rinnovata azione di manutenzione del territorio italiano e programmare gli interventi manutentivi necessari.

Sono in rete da oggi sul sito di #italiasicura (italiasicura.governo.it), la struttura di palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico, le linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico. L'obiettivo del documento d'indirizzo, che non impone regole o prescrizioni specifiche, è quello di fornire un supporto ai professionisti e alle amministrazioni impegnate in questo settore. Il documento è articolato in una serie di schede sintetiche - ognuna delle quali divisa in sei sezioni - contenenti note di carattere tecnico, normativo e regolamentare e relative alle tematiche che più incidono sull'efficacia degli interventi: valutazione del rischio e relativa gestione, valutazione delle opzioni tecniche praticabili, coerenza tra pianificazione e programmazione, verifica dell'intero ciclo di vita dell'opera, valutazioni di carattere idrogeologico, idraulico, fluviale e geologico. Le linee guida sono inoltre aperte ai contributi e ai suggerimenti del mondo professionale e dei tecnici che a diverso titolo sono impegnati nel settore degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idrogeologico: tutti i contributi inviati fino all'11 luglio a segrtecitaliasicura@governo.it, saranno discussi per migliorare la versione da oggi online.

"Una progettazione veloce, sostenibile e adeguata ai nuovi scenari climatici - osserva il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - è il punto imprescindibile di partenza di una programmazione seria per un paese come l'Italia ad alto rischio idrogeologico. Le linee guida, aperte al contributo tecnico dei protagonisti della cura del territorio, sono uno strumento utile in questa direzione". "E' fondamentale per l'intero sistema, avere la possibilità di investire nella progettazione delle opere - ha aggiunto il responsabile di #italiasicura Mauro Grassi - da oggi abbiamo risorse, i 100 milioni che il governo Renzi ha stanziato per progettare le opere capaci di ridurre il rischio rappresentato da frane e alluvioni e con queste linee guida offriamo agli addetti ai lavori uno strumento in più, utile a garantire interventi di migliore qualità, più efficaci e soprattutto, il più possibile condivisi".

Prevenzione delle emergenze e maggiore conoscenza delle dinamiche di gestione in situazioni di criticità in caso di alluvioni, allagamenti o frane, soprattutto per cercare di mitigare i danni e ripristinare i servizi pubblici, in particolare quelli idrici. Questo l'obiettivo che si pone il Manuale alluvioni ('Note tecniche su alluvioni e servizi idrici integrati') messo a punto da Utilitalia, la federazione delle imprese che si occupano di ambiente, energia e acqua, con lo scopo di fornire uno strumento utile a tecnici, studiosi, amministratori ed aziende. Lo studio arriva nello stesso giorno in cui la task force di Palazzo Chigi #Italiasicura ha lanciato le Linee guida contro il dissesto idrogeologico e a poco più di una settimana dalla sigla del Protocollo d'intesa tra Utilitalia e la Protezione Civile per una collaborazione dei gestori dei servizi pubblici sui territori in emergenza. Il volume, che può essere considerato un ulteriore tassello all'opera di sensibilizzazione che la federazione sta portando avanti insieme alla Struttura di missione del Governo, "parte dalla consapevolezza che gli eventi meteo, sempre più estremi e legati ai cambiamenti climatici, hanno un forte impatto sociale nella fase acuta ed un impatto economico nella gestione del ripristino delle opere infrastrutturali - spiega Utilitalia -. Fasi nelle quali i gestori di servizi pubblici locali sono coinvolti, prima a sostegno della popolazione per garantire i servizi essenziali energetici, idrici e ambientali e successivamente nel complesso lavoro di ricostruzione". Dai vari contributi raccolti nelle "Note tecniche", emerge chiaro come la fragilità naturale dell'Italia e la scarsa attenzione per la cura del territorio meritino un approccio industriale ed organizzato da parte dei gestori del servizio idrico, per garantire, con scelte progettuali, la continuità della fornitura a tutti i cittadini e la messa in sicurezza del territorio. È sufficiente una rapida lettura del capitolo 6, che riporta eventi esemplari da Genova al litorale romagnolo, dal fiume Seveso a Ginosa, per comprendere - conclude Utilitalia - come siano temi che riguardano tutte le regioni.

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