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Trivelle: Emiliano, Renzi sia contento, campagna da ora

Redazione ANSA

"Il presidente" Renzi "dev'essere contento perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Partito democratico dev'essere contento per definizione". Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando con i giornalisti la decisione della Consulta sul referendum anti trivelle. "La campagna referendaria contro le trivelle", ha aggiunto, "comincia subito". "Abbiamo appreso dalla corte costituzionale - ha detto Emiliano - che il referendum anti trivelle è stato ammesso. Ovviamente si tratta di un referendum eminentemente politico, che tende a spingere il governo a elaborare una politica energetica. E a dire se in questa politica energetica debbano o meno avere un ruolo le ricerche di idrocarburi e in particolare lo sfruttamento degli eventuali pozzi ritrovati. Cosa che il governo ancora non ha fatto". "Nel frattempo le Regioni, in attesa di questa risposta, - ha aggiunto Emiliano - hanno chiesto al popolo italiano di decidere se ritengono che la ricerca di idrocarburi e l'eventuale sfruttamento dei pozzi sia necessaria all'economia italiana. E dunque abbiamo l'occasione di fare una bella discussione finalmente sulle cose veramente importanti, non su questioni mediatiche e liti. Ma una bella discussione fino a ottobre, quando si svolgerà il referendum, per capire qual è il destino energetico del nostro paese".

"Mi auguro che la paura della coincidenza di questo referendum con quello delle riforme costituzionali non stronchi questa discussione. Certo il governo può fare un'altra norma 'uccidi-referendum'. Mi auguro che a questo punto la eviti, perché la campagna referendaria partita oggi stesso e bisogna evitare che gli italiani pensino che di queste cose non si può discutere nel nostro Paese" ha proseguito il presidente della Regione Puglia. "La faremo ovviamente - ha aggiunto Emiliano riferendosi alla campagna referendaria - con i Consigli regionali, ai quali faccio le mie congratulazioni, perché sono i veri promotori del referendum. I consigli regionali per la prima volta nella storia di Italia hanno capito che basta che cinque di essi non siano d'accordo su una legge dello Stato perché sia possibile chiedere il parere ai cittadini. E questa possibilità va utilizzata anche per altre leggi sopratutto quando, come succede i questo periodo, spesso i governi legiferano senza un adeguato coinvolgimento dal basso degli organismi intermedi e più in generale dei partiti". Sulla decisione dell'Abruzzo, unica regione che ha deciso di non seguire le altre regioni sul confronto referendario dopo averlo promosso, Emiliano ha detto: "È come quando uno si vende la schedina prima della partita, e poi si ritrova col tredici. Lo dico con affetto nei confronti del mio amico Luciano D'Alfonso che avrebbe potuto festeggiare con noi". 

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