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Clima: esperti, taglio CO2 anche in trattamento acque reflue

Emissioni più alte del 23% rispetto alle stime dell'Ipcc

Redazione ANSA
Gli sforzi internazionali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra stanno trascurando gli impianti di trattamento delle acque reflue, una fonte di CO2 su cui occorre intervenire all'interno delle azioni messe in campo per tener fede all'accordo di Parigi sul clima. È quanto afferma un team di ricercatori della Colgate University e dell'Università della California in uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology.

Il gruppo intergovernativo di esperti dell'Onu sul cambiamento climatico (Ipcc) ha stimato le emissioni globali di anidride carbonica, ma i dati disponibili - evidenziano gli esperti - non includono le stime delle emissioni di CO2 delle acque reflue, che possono contenere fonti fossili di carbonio come i prodotti petrolchimici. Prendendole in considerazione, le emissioni risultano più alte fino al 23%.

Anche se tiene conto di gas climalteranti come metano e protossido di azoto, il modello dell'Ipcc presuppone che le acque di scarico contengano e rilascino carbonio in gran parte da fonti non collegate al petrolio, come i rifiuti umani. Alcuni studi hanno tuttavia dimostrato che quantitativi rilevanti di prodotti a base di petrolio, come le sostanze chimiche sintetiche dei detergenti, finiscono nelle acque reflue e alla fine vanno ad aumentare le emissioni complessive di gas serra.

Stando ai ricercatori, considerare queste fonti di carbonio fa salire tra il 12 e 23% le emissioni degli impianti di trattamento rispetto alle stime precedenti, che considerano soltanto metano e protossido di azoto. Per questo, concludono, servono misure in grado di ridurre la CO2 degli impianti.

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