(di Tommaso Tetro)
L'illegalità ambientale 'vale' 19,1 miliardi. Un fatturato che, seppur in calo rispetto allo scorso anno (quando era di circa 22 miliardi), è stato messo insieme grazie ai 28 mila reati messi a segno nel 2015, tenendo la media di 76 illeciti al giorno, più di tre ogni ora. Numeri, dati e storie del malaffare 'verde' che vengono impacchettati da Legambiente nel nuovo rapporto 'Ecomafia 2016', messo a punto, tra gli altri, grazie alla collaborazione delle forze dell'ordine e degli altri organi di polizia giudiziaria. Il report mette in evidenza come i reati ambientali siano in leggera flessione e come, allo stesso tempo, siano cresciuti gli arresti; e come, però, riesca a farsi sempre più spazio "la corruzione: un fenomeno dilagante" che, ritenuto "l'altra faccia delle ecomafie, facilita ed esaspera il malaffare in campo ambientale" (prima Regione per numero di indagini in questo ambito è la Lombardia).
"Considero i crimini ambientali veri e propri 'furti di futuro', reati gravissimi in quanto privano il Paese e i cittadini della bellezza del territorio e della propria salute - ha osservato il presidente del Senato Pietro Grasso, facendo presente l'importanza di ripristinare l'ambiente 'ferito' portando avanti un programma nazionale di bonifica - io credo che il rinnovato e corale impegno del sistema-Paese in questo campo sia il segnale di un importante cambio di passo".
Nel 2015 sono stati accertati 27.745 reati ambientali, 188 arresti, 24.623 persone denunciate e 7.055 sequestri. La torta dell'illegalità se la spartiscono i 326 clan eco-criminali censiti. Con il sud Italia che continua a rimanere nella 'morsa' dell'ecomafia: in testa alla classifica regionale degli illeciti si piazza la Campania (4.277 reati, il 15% a livello nazionale); il Lazio è la prima del centro Italia, la Liguria è la prima del nord. A fronte di un calo complessivo dei reati, aumenta invece "l'incidenza degli illeciti nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso: in Calabria (2.673), Campania, Puglia (2.437) e Sicilia (4.001) ne sono stati contati 13.388, il 48,3% del totale; a livello provinciale, Napoli e Salerno sono le più colpite, seguite da Roma, Catania e Sassari.
Preoccupa la crescita degli illeciti nella filiera agro-alimentare (oltre 20 mila reati, 4.214 sequestri, per un valore di oltre 586 milioni di euro), i reati contro gli animali, gli incendi che hanno mandato in fumo più di 37.000 ettari, quelli ai danni dei beni culturali (il valore supera i 3,3 miliardi) e il ciclo del cemento e abusivismo edilizio (costruiti 18 mila immobili 'fuori legge', 1.275 sequestri).