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Nei prossimi 25 anni vola energia verde, giù il carbone

Lo prevede l'Agenzia internazionale dell'Energia nel World Energy Outlook

Redazione ANSA

Nei prossimi 25 anni, a livello globale, sarà sempre più consistente l'apporto delle energie rinnovabili, mentre il peso del carbone scenderà. E' la previsione dell'Agenzia internazionale dell'energia, secondo cui il mix energetico al 2040 vedrà il carbone scendere dal 41% al 30%, con le rinnovabili non idro che saliranno al ritmo inverso, mentre il nucleare e l'energia derivante dall'acqua che manterranno le attuali posizioni.

In particolare, nel 2040 la generazione da impianti di energia rinnovabile raggiungerà una quota del 50% nell'Unione europea, di circa il 30% in Cina e Giappone e supererà il 25% in India e negli Stati Uniti: il carbone, invece, non raggiungerà il 15% da nessuna parte tranne che in Asia. Secondo l'Aie, inoltre, se 60 centesimi, del dollaro investito in nuovi impianti, verranno spesi per le rinnovabili, la generazione verde aumenterà di qualcosa come 8.300 TWh (oltre metà della crescita totale della generazione): l'equivalente, cioè, della produzione attuale da combustibili fossili di Cina, Stati Uniti e Unione europea messi insieme.

Servono più sforzi su emissioni Co2
"Malgrado il cambiamento di direzione nelle intenzioni della politica catalizzato da Cop21 (la conferenza mondiale sul clima che comincerà il 30 novembre a Parigi, ndr), serve di più per evitare gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici" osserva l'Agenzia internazionale dell'Energia nel World Energy outlook.

Secondo l'Aie, infatti, "ci sono inconfondibili segnali che la tanto necessaria transizione dell'energia globale è in corso, ma ancora non a un passo che porti a un'inversione duratura del trend di crescita delle emissioni di Co2". Il rapporto ricorda infatti che i 7.400 miliardi di dollari che saranno investiti nelle energie rinnovabili al 2040 "rappresentano solo circa il 15% degli investimenti globali per le forniture energetiche". Le politiche sul fronte energetico, insomma, "così come sono formulate oggi, porteranno a un aumento più lento delle emissioni di Co2, ma non al distacco completo dalla crescita economica e all'assoluto declino delle emissioni necessario per centrare il target di un aumento massimo di due gradi delle temperature globali".

Tra le azioni da intraprendere, allora, l'aumento dell'efficienza energetica, il progressivo abbandono del carbone, l'aumento degli investimenti nelle rinnovabili, la graduale eliminazione degli incentivi ai carburanti fossili, la riduzione delle emissioni di metano nella produzione di petrolio e gas.

L'uso dell'energia a livello mondiale crescerà di un terzo nel 2040.
E' quanto prevede lo 'scenario principale' del World energy outlook dell'Agenzia internazionale dell'energia. La spinta principale della domanda arriverà da India, Cina, Africa, Medio Oriente e Sudest asiatico: in generale l'aumento della domanda riguarderà solo i Paesi non Ocse. L'Unione europea registrerà infatti una contrazione del 15%, il Giappone del 12% e gli Stati Uniti del 3%.

Infine, il petrolio si riequilibrerà "sugli 80 dollari nel 2020, con ulteriori aumenti di prezzo da quel momento in poi" prevede l'Agenzia avvertendo comunque che "il processo di assestamento" in questo settore "è raramente regolare". Tuttavia, aggiunge l'Aie, "un periodo più prolungato di prezzi bassi non può essere escluso", intorno ai 50 dollari fino alla fine del decennio e una risalita a 85 nel 2040.


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