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Riserve d'acqua in Italia dimezzate nonostante le piogge

Consorzi bacino, dopo siccità da record servono nuovi invasi

Redazione ANSA

(di Stefano Secondino)

Le piogge di questi giorni non hanno aumentato in modo significativo le riserve idriche in Italia, che rimangono "più che dimezzate", dopo un 2017 che è stato l'anno più secco degli ultimi due secoli nel paese. Lo riferisce l'Anbi, l'associazione nazionale dei consorzi di bacino. "Va considerato che è caduta neve in montagna e quindi il prossimo futuro delle disponibilità idriche in Italia dipenderà moltissimo dall'andamento climatico e dai tempi di scioglimento dei manti nevosi - fanno sapere all'Anbi -. Rimane ferma comunque la strutturale insufficienza della rete di bacini, soprattutto al Nord, la cui capacità complessiva non permette di trattenere più dell'11% dei circa 300 miliardi di metri cubi di acque meteoriche, che annualmente cadono sull'Italia". Al Nord, tutti i laghi sono sotto la media stagionale ed il lago Maggiore ha toccato il minimo storico: le sue acque raggiungono solo il 5,5% della capacità di riempimento.

Per quanto riguarda gli invasi di competenza dei Consorzi di bonifica (quindi, principalmente a scopo irriguo), esemplare è la situazione dell'Emilia Romagna. Oggi ci sono poco più di 1 milione di metri cubi d'acqua (1,19): l'anno scorso erano quasi 2 milioni e mezzo (2.34), nel 2010 quasi 7 milioni (6,80). La situazione è grave anche al Sud, le cui riserve sono almeno dimezzate rispetto agli anni scorsi. In Basilicata oggi ci sono 112,45 milioni di metri cubi: erano 340,89 l'anno scorso e 665,20 nel 2010. In Calabria si registrano oggi 2,73 milioni di metri cubi, contro 11,73 l'anno scorso e 19,40 nel 2010. In Puglia ci sono 102,38 milioni di metri cubi, contro 254,60 l'anno scorso e 232,70 nel 2010. Per Francesco Vincenzi, presidente dell'ANBI, "i dati confermano le preoccupazioni per una situazione che sta rivelandosi complessa e non contingente. Va quindi data concreta operatività a scelte infrastrutturali capaci di aumentare la resilienza del territorio, aprendo i cantieri del Piano Irriguo Nazionale (i Consorzi di bonifica hanno presentato progetti definitivi ed esecutivi per circa un miliardo di euro a fronte dei 300 milioni disponibili) e del Piano Nazionale Invasi (proposto da ANBI ed assunto dal Governo in Legge di Stabilità, destinandovi 50 milioni di euro all'anno per 5 anni)".

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