Dopo il breve scontro di lunedì pomeriggio fra antagonisti e forze dell'ordine davanti alla Cineteca, anche nella mattinata di martedì a Bologna ci sono state iniziative contro il G7 sull'ambiente, questa volta senza tensioni. In via Santo Stefano, all'imbocco di piazza San Giovanni in Monte, attivisti del collettivo Cua hanno inscenato una protesta e affisso striscioni contro il ministro Gianluca Galletti, atteso a un dibattito al Dipartimento di Storia dell'Università sulla sostenibilità ambientale. "Galletti devastatore dell'ambiente, vergogna Alma Mater" si leggeva in uno dei manifesti esibiti dagli attivisti. Un'altra protesta è avvenuta nel Rettorato di via Zamboni, dove il collettivo Hobo ha scaricato alcuni sacchi di letame: '60 kg - scrivono gli attivisti su Facebook - per restituire una piccola parte degli escrementi che quotidianamente le sette potenze più industrializzate del mondo buttano addosso alle nostre vite e alle nostre aspettative'.
"Se qualcuno ha proposte da fare è bene che le faccia - ha detto ai cronisti il Rettore Francesco Ubertini, interpellato sulle contestazioni che hanno segnato l'esordio del G7 bolognese - io veicolerei queste energie nel fare delle proposte. Speriamo non ci siano altri episodi andando avanti - ha aggiunto - nelle discussioni che stiamo facendo non ravviso elementi che possano dare adito a proteste, si riflette sui come vari attori possano contribuire a temi così delicati". A chi gli ha chiesto se le proteste contro il G7 sull'ambiente possano essere in parte conseguenza delle tensioni già esistenti in città fra università e collettivi, Ubertini ha risposto che "la protesta è qualcosa che non scopriamo oggi, è uno strumento di dissenso che c'è sempre stato e non credo ci sia un collegamento diretto".