In Italia negli ultimi sette anni, dal 2009 al 2015, ogni giorno sono state registrate 20 infrazioni contro la fauna selvatica, denunciate 16,5 persone ed effettuati quasi 7 sequestri; per quanto riguarda i reati di bracconaggio (articolo 30 della legge 157/92), dal 2012 al 2015, ogni giorno sono stati avviati 2,5 procedimenti contro noti, indagate 3,2 persone ed è stato aperto un procedimento contro ignoti. Lo rende noto Legambiente in un approfondimento sul bracconaggio sulla base di dati delle forze di polizia e della magistratura.
Legambiente chiede che il Parlamento introduca al più presto nel codice penale i delitti contro la fauna e che "si definisca una regia nazionale per fermare chi nella Penisola uccide impunemente, ogni giorno, aquile, ibis, lupi, orsi, cervi, camosci o pettirossi".
Campania, Sicilia, Puglia e Calabria sono le regioni dove si sono registrate più infrazioni, mentre tra le province la maglia nera va a quelle di Napoli, Roma, Bari, Palermo, Reggio Calabria, Salerno, Foggia e Brescia. Le regioni dove è stato registrato il maggior numero di procedimenti e di persone indagate per reati da bracconaggio sono state Lombardia, Campania, Calabria e Sardegna, mentre tra le province la maglia nera va a quelle di: Brescia, Cagliari, Reggio Calabria, Bergamo, Napoli, Roma, Salerno e Macerata.
Ecco la tabella con i dati del bracconaggio per regione
Sono 27 le aree ad alto 'tasso' di bracconaggio, comprese quelle marine, afferma il Wwf ricordando che l'attività venatoria (compresa quella legale) rappresenta "l'ennesima gravissima aggressione alla fauna selvatica" e che quasi l'80% degli illeciti viene commesso durante la stagione venatoria, malgrado questa duri solo 4 mesi. I reati a danno della fauna selvatica sono compiuti per il 78% dai cacciatori, mentre il 19% dei casi si tratta di bracconieri privi di licenze. Una novità positiva, rileva l'associazione ambientalista, è la recente modifica della Legge sulla caccia che obbliga i cacciatori a segnare gli animali appena abbattuti, un sistema che consente di conoscere la vera consistenza del prelievo venatorio.
Il Wwf chiede l'inasprimento delle sanzioni penali a tutela della fauna selvatica e ha elaborato una proposta di legge proponendo il "Delitto di uccisione di specie protetta", con pene sia detentive che pecuniarie più severe e adeguate alla gravità. All'inasprimento delle sanzioni, aggiunge il Wwf, "vanno affiancate azioni dirette alla formazione e sensibilizzazione delle Forze dell'ordine e della Magistratura sui reati di bracconaggio ed in danno della fauna selvatica". L'ultimo "gravissimo episodio accaduto in Sicilia di colpi di arma da fuoco ai danni di un giovane esemplare di Aquila di Bonelli, salvato grazie ai volontari del Wwf di Licata (Agrigento), rende ancor più urgente una rapida e dura presa di posizione del Governo e del Parlamento, che può arrivare fino alla sospensione di ogni attività di caccia".