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Batteri marini sopravvivono in 'zone morte' senza ossigeno

Resistenza 10mila volte superiore a quella dei pesci

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 20 DIC - I batteri degli oceani possono vivere anche in acque che si pensavano 'morte', dove i livelli di ossigeno raggiunge livelli vicinissimo allo zero. Secondo lo studio guidato da Emily Zakem, dell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Mit), e pubblicato sulla rivista Limnology and Oceanography i batteri possono respirare anche con concentrazioni 10mila volte inferiori a quelle necessarie a pesci più piccoli e questi nuovi dati sono preziosi per capire come cambieranno gli oceani.

In alcune zone del mare, in genere tra i 200 e 1000 metri di profondità, possono formarsi in modo naturale delle 'zone morte', parti dove il livello dell'ossigeno scende quasi a zero e quindi mortali per moltissime forme di vita. A eliminare l'ossigeno è di solito una serie di reazioni chimiche dovute alla presenza in superficie di acque molto ricche di ossigeno e quindi di pesci e altre forme di vita. Una vitalità che però produce molti residui organici e materiale in decomposizione che scivolando verso il basso porta alla riduzione dell'ossigeno presente nelle acque più profonde. Un fenomeno naturale, e temporaneo, ma che può avere enorme impatto sugli ecosistemi marini su scala mondiale, soprattutto in considerazione del progressivo riscaldamento dei mari che favorirà sempre più questo meccanismo. Un elemento fondamentale in tutto ciò sono i batteri, in particolare la loro resistenza negli ambienti poveri di ossigeno.

Effettuando dei test in laboratorio i ricercatori hanno scoperto che la maggior parte dei batteri marini ha una capacità di resistenza alla mancanza di ossigeno molto più alta di quanto si stimava finora. Molti batteri possono vivere con concentrazioni 10mila volte inferiori a quelle necessarie ai piccoli pesci e mille volte meno di quanto si ritenesse.

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