(ANSAmed) Napoli, 3 ott - Noto nel mondo per essere stato la
culla delle civiltà antiche, da quella egizia, a quella greca e
poi romana, il Mediterraneo è però oggi anche un bacino in pieno
fermento culturale. Per questo si è discusso di arte
contemporanea e contaminazioni, oggi a Napoli nela prima delle
due giornate di "Connessioni Mediterranee", inserite nel
programma del Forum Universale delle Culture, che hanno raccolto
in città i direttori dei musei d'arte moderna di Napoli,
Bergamo, Tirana, Malaga, Zagabria, Marsiglia, Lubiana per
confrontarsi sul tema del "Patrimonio culturale e le arti
contemporanee nei processi per l'integrazione dei popoli
dell'area mediterranea".
"L'arte contemporanea - ha spiegato Ledo Prato, Segretario
generale Associazione delle Città d'arte e Cultura che ha
organizzato l'incontro - è una delle massime espressioni della
contaminazione fra tecniche, creatività e linguaggi che, pur
collocandosi in specifici contesti, influenzano tendenze e stili
a livello internazionale". Un dialogo oggi ancora più forte e
immediato grazie "ai mezzi di comunicazione che possono
rappresentare il veicolo di contenuti comuni soprattutto per le
nuove generazioni che si affacciano sul bacino del
Mediterraneo", ha sottolineato Angela Tecce, direttrice del
Museo del '900 di Napoli a Castel Sant'Elmo. "L'arte
contemporanea - ha proseguito - rappresenta il medium
privilegiato di crescita e sviluppo di una nuova visionarietà
che torni a far nascere in questo mare le correnti di creative
che l'hanno contraddistinto nei millenni".
Un'area, come ha spiegato l'assessore alla cultura del Comune
di Napoli Nino Daniele, "segnata dalle tragedie, un mare in cui
le diversità diventano attriti e generano conflitti ma che deve
trasformarsi in luogo in cui le differenze diventano momento di
incontro". Il museo d'arte contemporanea diventa così un luogo
vivo, come ha sottolineato Fernando Francés, direttore del
Centro d'Arte Contemporanea (CAC) di Malaga: "Il museo del XXI
secolo - ha detto - deve essere un laboratorio di idee che
contribuisca al dibattito artistico globale ed al cambiamento
sociale del proprio territorio. Il museo non è un negozio né un
posto per studiare, oggi è uno strumento per cambiare il mondo".
Ma un museo è capace anche di cambiare solo il quartiere in
cui si trova, come raccontato da Snjezana Pintaric, direttrice
del MSU di Zagabria: "Da cinque anni ci siamo trasferiti in una
nuova area detta "camera da letto di Zagabria" perché ospita
molte abitazioni ma nessuna istituzione culturale. Oggi abbiamo
un ruolo importante nello sviluppo urbano di quest'area e
organizziamo ogni giorno attività nel campo dell'arte
contemporanea, della danza e del teatro, provando a trasformare
il quartiere del "il soggiorno della Nuova Zagabria".
Il convegno proseguirà anche domani e punta poi a creare una
rete di connessione stabile tra i musei d'arte contemporanea del
Mediterraneo che ha evidenziato Daniele Pitteri, commissario del
Forum delle Culture, "è ormai solo un luogo geografico che ha
perduto il significato di meticciato che ha avuto per oltre
duemila anni. Forse le arti contemporanee possono diventare
motore di una nuova aggregazione". (ANSAmed).
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