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Global Solo 2023 quanto interesse

Chi sono e cosa sognano i solitari?

Responsabilità editoriale Saily.it

La Global Solo Challenge 2023-2024 continua a raccogliere iscritti (siamo a quota 26) e interesse. L’ultimo ad aggiungersi è l’architetto torinese Alessandro Tosetti. Si aggiunge a Luca Tosi e al francese d’Italia Patrick Phelipon. Le ultime su una regata che fa parlare di sé.

 

Sono già 26 e la curva cresce. La Global Solo Challenge, il giro in solitario senza troppe regole, con l’unica eccezione della partenza scaglionata, per poter lasciare poi che siano gli oceani a fare la differenza e decidere la classifica, nato da una idea di Marco Nannini, a sua volta giramondo con il suo Class 40 un po’ di anni fa.

Ad attirare, oltre al richiamo dell’avventura come si è visto nella Golden Globe degli scafi vintage, è la possibilità di fare l’impresa all’interno di un formato che consenta di contenere i costi e garantire la sicurezza di base.

Aperta a barche dai 35 ai 55 piedi senza limitazioni di età o prestazioni, la Golden Solo Challenge sarà una circumnavigazione, verso est passando dai tre capi. Il porto di partenza ed arrivo sarà la bellissima e storica Marina Coruña a La Coruña in Spagna. I partecipanti dovranno lasciare la “Regione Antartica” e tutti i ghiacci noti definiti da un “Limite dei Ghiacci” a dritta e i tre Grandi Capi a sinistra prima di far rotta verso il traguardo. La “Regione Antartica” e il “Limite dei Ghiacci” saranno definiti nelle Istruzioni di Navigazione.

PERCHE’ LO FACCIO: PARLA ALESSANDRO TOSETTI - L’architetto torinese Alessandro Tosetti naviga sin dall’infanza e quando lo fa dedica le sue attenzioni alla ricerca dell’armonia tra sè, le persone, il mezzo e lo spazio che lo circonda, ricercando quella coesione di persone diverse che si fondono nell’unico fine del sogno e del viaggio. Vorrebbe con la sua partecipazione diffondere un messaggio di pace e bellezza sociale. La connessione dei continenti del viaggio e l’integrazione di culture diverse, i valori universali dell’uomo che scaturiscono dal mare.

Da dove viene la tua passione per la vela?

Avevo dieci anni quando ho iniziato ad andare da solo lungo la spiaggia, alla Lega Navale di Albisola. Posso aiutare? La mia domanda di rito. Vara, ala, arma e lava, tante derive. Vuoi venire a bordo con me? La risposta che aspettavo.

Un fly Junior che sembrava un violino, costruito da Galetti con legno pregiato e un 470 bianco fuori e verzolino dentro, sono state le prime barche che ho conquistato. In pochi anni, skipper senza patente navigavo per diversi armatori in Mediterraneo e in oceano. La paga? Le chiavi della barca prima, uno stipendio dopo.

A 22 anni il mio primo pezzo di carta, mi abilitava al trasporto passeggeri con imbarcazioni fino a 100 tonnellate di stazza, rilasciato a Miami dalla US Coast Guard.

Che lezioni hai imparato dalla vela?

Che l’alpinista è un grande eroe, solo con le sue forze e niente più. Quando navigo non son mai solo, la mia creatura mi accompagna. Quando annuso il vento, scruto le onde è sempre a lei che penso, la barca. C’è la farà a passar quel capo? Reggerà la tempesta? Scivolerà al meglio sull’acqua? A questo dedico le mie attenzioni alla ricerca dell’armonia tra me, le persone, il mezzo e lo spazio che mi circonda.

Cosa ti ha portato alla vela in solitaria?

Dapprima il denaro, gli americani pagavano bene i trasferimenti e, da solo, di più! Poi la semplicità e ancor più tardi la sfida. Ho avuto poche occasioni per praticarla e ancora meno di regattare in equipaggio. Ho quasi sempre condiviso la mia passione per il mare con persone stupende, ricercando quella coesione di persone diverse che si fondono nell’unico fine del sogno e del viaggio.

Cosa ti ha portato a iscriverti a questo evento?

Non sono stato spinto, ma attratto dal sogno più grande che questo evento, finalmente mi ha offerto. Grazie.

Come intendi prepararti per questo evento?

Con un allenamento. Una sfida di circa 3000 miglia in condizioni difficili. Una sfida nella sfida. Partirò solitario da Imperia, per navigare fino a Lisbona passando dalle Azzorre il prossimo inverno. Solo dopo questa esperienza, potrò dirmi pronto.

Quale credi sarà la più grande sfida?

Ottenere il permesso dalle mie figlie.

Parlaci della tua barca o di quella che vorresti avere.

Al momento giusto saprò cosa affittare per l’evento. Per allenarmi userò la mia prima e unica barca di proprietà, nata come casa al mare con due soci, dopo 15 anni ho rilevato le quote e devo ancora finire di pagarle grazie alla loro pazienza.

Si chiama Aspra, che in greco significa bianca, incontaminata come vorrei fossero le acque che solca. L’ho costruita partendo dagli stampi dell’ULDB ’65 dello studio Vallicelli e tanti amici che mi hanno aiutato. E’ di costruzione robusta e sta per compiere le sue prime 50.000 miglia. Varata nel 2002.

Intendi legare questa tua sfida personale ad un messaggio sociale?

Si, vorrei sfruttare la visibilità dell’evento per diffondere un messaggio di pace e bellezza sociale. La connessione dei continenti del viaggio e l’integrazione di culture diverse, i valori universali dell’uomo che scaturiscono dal mare. Parallelamente alla passione per il mare, sono dedito all’architettura, sviluppando progetti nei settori residenziale, culturale e urbanistico, e questo mi ha molto aiutato nella costruzione della barca, ma l’aspetto che mi affascina di più è il design di installazioni illuminotecniche a luminescenza naturale, senza fili e consumi di elettricità.

Le tue esperienze di vela.

Giraglia, settimana delle bocche, settimana di Antigua, regate di circolo e mai vinto nulla, a parte il campionato mondiale over 100 ft a San Diego nel 1992 come equipaggio. La barca? Da definirsi.

https://globalsolochallenge.com

Responsabilità editoriale di Saily.it