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World Sailing Bermuda Report finale con giallo

Federvela mondiale, decisioni, vittorie, sconfitte, scenari. Tranquilli mai...

Responsabilità editoriale Saily.it

World Sailing Annual Conference, ecco il report finale. COME CAMBIA LA VELA OLIMPICA: la lista delle classi olimpiche per Parigi Marsiglia 2024. Nuovo windsurf iFoil: i commenti di Marta Maggetti, Flavia Tartaglini e Riccardo Belli Dell'Isca. Mondiale Youth: 420 misto e femminile, Kiteboarding. Governance: la clamorosa bocciatura. Il presidente Kim Andersen è alle corde, ma ha già pronta una mossa in contropiede: un'assemblea straordinaria... Chi lo ferma? VIDEO RIASSUNTO

 

Ormai ogni conferenza annuale di World Sailing, la federazione velica internazionale, è uno psicodramma. Decisioni importanti per il futuro dello sport, di migliaia di persone, atleti, famiglie, in alcuni casi persino aree geografiche, sono prese in una sorta di recita teatrale tra maggioranze, stanze dei bottoni, mercati segreti, poteri occulti. Ma stavolta a Bermuda c'era in ballo di più: una riforma radicale della "governance", insomma le regole costitutive e l'organizzazione interna dell'ente. In un ambiente spesso sonnacchioso come le lunghe riunioni IYRU-ISAF-World Sailing, la rivoluzione poteva passare in tranquilità. Ma stavolta è andata diversamente, e a sorpresa l'assemblea generale ha respinto, con una "minoranza qualificata" il progetto di riforma.

Abbiamo già descritto questo momento come una grave sconfitta della gestione (già abbastanza disastrata) di Kim Andersen. Ma l'asimmetria di certi meccanismi della responsabilità e della rappresentatività si conferma una volta di più: Kim non si è dimesso, non si è arreso, anzi ha rilanciato. Incassato lo schiaffo, nel coffee break successivo al voto ha riunito il Board e ha varato il contropiede: riunire un'assemblea straordinaria. Da Statuto WS lo puo' fare, e le regole sono abbastanza semplici. Il meccanismo potrebbe portare, anche considerando i numeri, a un nuovo tentativo di approvazione (con maggiori probabilità che a Bermuda) della riforma Governance.

Dopo l'uscita di scena di Andy Hunt, insomma, il corpaccione di World Sailing non sembra calmarsi, tutt'altro. Allora forse gioverà ricordare, un po' a tutti, come stanno veramente le cose. 1) World Sailing versa in una situazone finanziaria difficile, il bilancio preventivo indica un rosso di cassa di 1,3 milioni di Sterline ad agosto del 2020, prima di incassare i contribuiti olimpici. 2) La Commissione Europea ha ancora in corso una indagine sull'antitrust, i cui esiti restano incerti. 3) Più grave, c'è pendente una procedura della Ethic Commission, che potrebbe persino ribaltare i risultati della Conference di Sarasota nel 2018 (!), e avere conseguenze pesanti disciplinari per i vertici. 4) Il solo progetto Governance è costato oltre 300mila Sterline di consulenti, ed è stato bocciato dall'assemblea.

Non sono diapositive che mostrano un ente in salute, autorevole e solido. E' un momento particolare: c'è un ansia e una necessità di cambiamento sotto gli occhi di tutti, un confronto ideologico e culturale, non solo generazionale, sul futuro della vela: cosa è e cosa puo' o deve diventare. Questo momento chiave purtroppo è gestito nel vuoto di personalità forti e unificanti, capaci di dare ispirazione al movimento. Abbiamo solo figure deboli o divisive. E sul terreno si muovono famelici i "tupamaros" degli interessi commerciali, in una guerra feroce e ormai non più sotterranea. L'arroganza di alcuni interventi pro-riforma Governance ha avuto l'effetto contrario, convincendo alcune nazioni a votare contro.

Dopo l'ennesima assemblea psicodrammatica, si lasciano col Board deciso a prendere tutti per il naso convocando una Extraordinary General Assembly, per ricontarsi e ribaltare il ribaltone. Puo' andare avanti così un ente chiamato a gestire uno sport glorioso e di valori come lo yachting, davanti al mondo che ci guarda? Forse è l'ora dell'assunzione di responsabilità. Vedremo chi lo farà sul serio.

Intanto, il report di Bermuda.

COME CAMBIA LA VELA OLIMPICA - Ecco le dieci specialità e classi della vela alle Olimpiadi di Parigi 2024 (Marsiglia), piaccia o no, le medaglie arriveranno da qui:

Men's Windsurfer - iFoil

Women's Windsurfer –iFoil

Men's One Person Dinghy - Laser

Women's One Person Dinghy - Laser Radial

Women's Skiff - 49erFX

Men's Skiff - 49er

Mixed Kite – Formula Kite

Mixed Two Person Dinghy – 470

Mixed Two Person Multihull - Nacra 17

Mixed Two Person Keelboat Offshore – TBC*

Tre tavole, quattro classi con tecnologia foiling, le derive "tradizionali" restano solo tre: i due Laser singoli e il 470 in versione mista. Gli skiff 49er e FX anch'essi cominciano ad avere una lunga storia olimpica. Poi la novità più "pesante" (in tutti i sensi), lo yacht di 8-10 metri con cui equipaggi "per due" misti uomo-donna correranno una regata secca di 250-400 miglia, due giorni e due notti (verosimilmente girando la Giraglia o la Corsica). Peccato che non si sappia ancora con quale barca o classe (vedi qualche paragrafo più sotto).

E' la nuova vela olimpica, più giovane, volante, adrenalinica. WS ammicca il CIO, spera nell'audience tv indotta da specialità ad alto tasso di spettacolarità. C'è forse un po' meno tattica e strategia (anche se resta nei Laser, nel 470, un po' negli skiff, tanta, e con tante variabili, nell'Offshore), più acrobaticità. Il tempo dirà chi ha avuto ragione. E non si tratta solo di Olimpiadi: la vela si fa tutti i weekend lungo le coste di mari e laghi. Con quali barche? Con quali prospettive sportive? Il foil è ormai ovunque, America's Cup, oceano, Olimpiadi. Ma quanto foil c'è nei circoli, nella vela di tutti i giorni?

LE REAZIONI SULLA NUOVA TAVOLA IFOIL - Iniziamo da qui perchè è l'ultima decisione avendo richiesto la ratifica dell'assemblea che non era così scontata. Un salto in avanti nel tempo, dal tavolone RSX alla plancetta iFoil, attrezzature, design e concept decisamente più moderni. Com'è la nuova tavola olimpica iFoil? Lo abbiamo chiesto agli atleti azzurri della squadra del windsurf, in preparazione per Tokyo 2020 (Enoshima), che sarà l'ultima per la RSX (olimpica dal 2008).

Marta Maggetti, che tra l'altro è stata tra i tester ai trials delle tavole a Torbole il mese scorso, non ha dubbi: "Una bella tavola, studiata bene, ottima scelta. Personalmente vado anche in foil da un anno e mezzo, trovo che sia facile, la iFoil è intuitiva e semplice anche per chi inizierà. La vela è grande come quella RSX ma più leggera perchè più moderna, e infine c'è la comoda opzione di usare la pinna se mare e vento lo richiedono."

Ma il cambiamento inciderà sulla filiera giovanile, sul tipo di atleta, sulla preparazione? "Ci sarà bisogno di un periodo di adattamento, specie in Italia dove siamo un po' indietro rispetto ad altri paesi europei, e pochi hanno già fatto windsurf foil. Inoltre è stata già presentata anche la tavola nella versione Youth, per i giovani: è la stessa tavola iFoil solo più robusta e pesante, con vela più piccola, e foil di alluminio anzichè di carbonio. So che molti sono critici, ma penso che il cambiamento fosse inevitabile e che questa tavola vada nella direzione giusta."

Flavia Tartaglini: "Non ho mai provato il foil in modo approfondito, ma sicuramente sarà più spettacolare e al passo con i tempi e anche meno fisica della RSX. Un aspetto importante è la fine di un monopolio che non era positivo per lo sviluppo e quindi sempre una tavola one-design ma con la concorrenza di più marchi." Quanto alla filiera e ai rischi di perdere per strada dei giovani, Flavia dice: "Certo c'è una base giovanile enorme, almeno in Italia, e con un cambiamento così c'è sempre un rischio, ma so che hanno pensato anche ad una tavola propedeutica, più economica e meno tecnica di quella olimpica, adatta ai giovani... I cambiamenti fanno sempre paura, ma penso questo sia stato soppesato anche a livello economico e di impatto sui giovani, quindi sono fiduciosa."

Di opinione diversa il tecnico del windsurf italiano Riccardo Belli Dell'Isca: "E' una mia idea personale, considerando il numero di RSX all'ultimo Mondiale a Torbole, mi sembra si tratti di una realtà solida, tra l'altro con radici giovanili grazie al Techno 293. Cambiare questa realtà sarà un po' richioso, da un punto di vista della diffusione e del movimento. Sicuramente il foil è il futuro anche del windsurf, ma secondo me sarebbe stato giusto attendere ancora un quadriennio, per avere uno sviluppo tecnico maggiore e offrire soluzioni adatte a livello olimpico. Non dimentichiamoci quello che è successo con il Nacra 17, che si è sbrigato a introdurre il foil con conseguenti numerosi problemi tecnici. In ogni caso, una volta entrato il foil, non siamo pronti! Non abbiamo paura, l'Italia ha tantissimi windsurfisti maschi e femmine."

(*) OFFSHORE KEELBOAT - TBC sta per "to be comunicated", e segnala la decisione di definire i criteri (le caratteristiche) della barca che sarà scelta per la medaglia Offshore Mixed (la gara di vela d'altura per due, uomo-donna), nonchè criteri "aggiuntivi" per le regate di Parigi 2024, entro il 31 dicembre 2020. Tuttavia l'"equipment", ovvero il tipo di barca o classe usata ai Giochi, sarà "selected" (il che lascia immaginare eventuali trials per sceglierla) entro il 31 dicembre 2023. Senza precedenti: una barca olimpica sarà scelta pochi mesi prima delle regate olimpiche...

Si conferma dunque tutto l'impianto filosofico che ha portato alla scelta della medaglia d'altomare. Conta la specialità, la regata in se, e non la barca con la quale si corre. Peccato che nel mondo, per un quadriennio, ci saranno equipaggi, coppie già formate o singoli in cerca dell'altra metà, in preparazione e allenamento per l'evento olimpico, quindi storico. Si alleneranno con cosa?

Lo sconcerto davanti a questo andazzo resta, anche volendo investire nella credibilità e nelle potenzialità di comunicazione e storytelling di una medaglia velica assegnata in due giorni e due notti incollati al tracking. Non decidere col giusto anticipo la classe rende tutto più difficile. E al contempo rende più facile scelte last-minute basate su interessi commerciali, non certo una novità per l'ultima World Sailing.

IL DOLOROSO ADDIO AL FINN - Come documentato in altro post, il Finn chiuderà la sua gloriosa carriera olimpica (iniziata nel 1952) con le regate di Enoshima per Tokyo 2020. Adesso è definitivo, e l'ultimo capitolo non è stato proprio edificante. Una Conference comunque pronta a varie battaglie che aveva davanti, non ha minimamente considerato di far sua anche quella del singolo pesante, che pure aveva preparato il terreno con ben 8 Submission: peccato che nessuno, tra i delegati del Council, ne abbia promossa almeno una... Il mondo del Finn è ovviamente deluso e arrabbiato, atleti di ogni età, velisti di oltre 90 kg e alti due metri, vedono oggettivamente preclusa una carriera olimpica, e questo non puo' essere considerato un passo di crescita nè verso il futuro.

LE ALTRE CLASSI - Le vere novità sono la nuova tavola olimpica "ibrida" iFoil, una tavoletta moderna e foiling, che però lascia aperta la possibilità, in caso di vento forte e mare mosso, di togliere il foil e navigare con la pinna in modo planante tradizionale. Vela leggera e moderna, tavola altrettanto, buona struttura industriale, no-comment sul piano antitrust ma le regole parlano chiaro e le licenze costruttive dovranno essere date in più paesi e continenti. Il nuovo windsurf ha vinto anche perchè ha battuto RSX sui suoi difetti, non solo l'età, ma le recenti disorganizzazioni nelle forniture, che hanno scontentato tutti. Alla fine iFoil è stata vista come un passo avanti inevitabile. Lo dimostra anche il voto netto in favore del nuovo equipment.

L'ASSEMBLEA BOCCIA LA RIFORMA DELLA GOVERNANCE - Il Council non si tocca! Forse è partita da qui la convinzione che ha indotto 38 nazioni a votare contro la sponsorizzatissima riforma della governance, costata molti soldi di consulenti e ricerche, promossa a spron battuto dal presidente Kim Andersen e da molti testimonial. Tutti la magnificavano, eppure una minoranza molto qualificata (bastava il 25% a respingerla trattandosi di riforma costituzionale, ma i NO hanno superato il 40%) è bastata ad affossarla.

Pagata a carissimo prezzo la scelta "cattiva" di Bermuda, location lontanissima e costosissima che ha tenuto distanti tante nazioni, abbassando il quorum del dissenso. Chissà se era l'ultima eredità del CEO defenestrato Andy Hunt. Pagata, anche, una certa arroganza di un gruppo di potere: alcuni degli interventi di supporto alla riforma, oggi in assemblea, hanno infastidito per il tono ultimativo, le nazioni meritano più rispetto e se lo sono preso col voto. Non deve essere una vittoria di Pirro: World Sailing ha bisogno di rivedere il suo modo di lavorare e il processo decisionale, deve risolvere i conflitti di interesse e bilanciare democrazia, rappresentatività, e capacità di decidere una volta per tutte. Ma "questa" riforma Governance calata dall'alto e agognata da chi in questi anni ha trasformato la federvela mondiale in un "mercato", era giusto fermarla.

Kim Andersen è il destinatario più colpito. In un mondo ideale si poteva aspettare le sue dimissioni subito. Invece, il Board ha deciso di riunirsi in una sessione straordinaria e cercherà di convocare una AGM altrettanto straordinaria, luogo e data da destinarsi. Una ostinazione che sconfina nel ridicolo.

KITE E 420 MISTO AI MONDIALI YOUTH - Il kiteboarding sarà incluso nei campionati mondiali di vela giovanile. Il Council di World Sailing ha sostenuto all'unanimità l'inclusione di un evento misto di kiteboard per una persona nei campionati mondiali di vela giovanile dal 2021 (località da assegnare). In questo modo si allineano i mondi giovanili e gli eventi olimpici di vela di Parigi 2024 e si rafforza il percorso del Kite ai Giochi.

Inoltre, il Council ha cambiato il doppio maschile allo Youth Worlds con una Mixed Two Person Dinghy, indicando per questo la classe 420. Resta invece a quanto pare il 420 femminile. L'inclusione del 420 misto allo Youth si allinea a sua volta a Parigi 2024 dove il 470 misto assegnerà le medaglie.

Sarà introdotta la ranking list del match racing Youth (under 23), decisione che va nella direzione di rilanciare la specialità troppo presto gettata nel cestino anni fa. Quota massima stabilita per i supermondiali di vela olimpica di The Hague 2022 (Olanda): 1220 atleti, 830 barche. Le flotte più numerose: 120 laser e 100 windsurfer. Considerando che questi ultimi non saranno più RSX ma i nuovi iFoil, c'è da chiedersi se entro due anni ce ne saranno così tanti in giro...

Nei prossimi giorni altri commenti e approfondimenti sul dopo-Bermuda. Qui sotto il video-riassunto diffuso da World Sailing.

Responsabilità editoriale di Saily.it