Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mauro Pelaschier: "I miei primi 70 anni"

Un compleanno di tutta la vela italiana!

Responsabilità editoriale Saily.it

Auguri specialissimi a Mauro Pelaschier, il volto-simbolo della vela italiana, che compie oggi 70 anni e si divide tra passato e futuro. Una settimana di feste ("finito il vino prodotto in un anno"), tanti incontri nelle scuole ("sono contento di poter insegnare ai ragazzi a credere nel mare come risorsa"), la riscoperta della lentezza ("facciamo tutto con calma"). La carriera, il palmares. La Barcolana. E a sorpresa, per raggiunti limiti di età... Pelaschier torna Corinthian! 

 

Un dilettante chiamato Mauro Pelaschier. Da oggi puoi portartelo a bordo e non avere la penalizzazione del "professionista". Per raggiunti (benchè gloriosi) limiti di età, il celebre Mauro - figlio e nipote d'arte, due volte olimpico, tra i pochissimi (3) italiani ad aver fatto America's Cup, giro del mondo e Olimpiadi, volto che racconta da solo la nostra storia - non è più nelle liste di professionisti stilate dalle federazioni internazionale e italiana. E' un semplice Corinthian come tanti. Ma ci cretete voi? O magari questa sarà un'occasione per diventare super-richiesto da decine di armatori ed equipaggi? Quello che risponde a questa prima domanda è uno dei volti del "nuovo" Mauro Pelaschier a Forza-Settanta. Un volto inaspettato, che riscopre la lentezza...

"Tutto con molta calma. Non ci penso proprio a tornare a lavorare tutti i giorni, ai ritmi forsennati dei tempi di Azzurra. Intanto sono felice degli auguri di tanta gente e degli amici, e poi sono contento di portare avanti la testimonianza e l'educazione ai giovani in favore del mare..."

Tutto il mare che ha dentro, adesso Mauro pare volerlo restituire fuori. Con calma e idee chiare.

"Mi piace spiegare ai ragazzi nelle scuole che devono e possono comportarsi meglio di noi. Bisogna continuare su questa strada. Continuare perchè i risultati arrivano. Vedi quanto ne parlano anche i media, funziona sempre il concetto che di una cosa più si parla e più si vuol parlare. E' un lavoro lungo, paziente, di sensibilizzazione, ma sta dando i suoi frutti. Non è un caso. Sono solo parole? Forse, ma prima, fino a qualche tempo fa, non c'erano neanche quelle. E il vento sta cambiando anche grazie al nostro impegno."

I ragazzi nelle scuole ti ascoltano con interesse?

"Li vedo molto attenti. Anche perchè non racconto storielle, ma cose concrete, offro spunti sui quali ragionare. Il più importante riguarda il concepire il mare come una risorsa, non solo come un hobby."

Ce lo spieghi?

"Dico sempre questo: che senso ha per un genitore mandare un figlio a scuola di vela, farlo regatare magari sull'Optimist, e poi quando ha 15 anni fargli lasciare lo sport per seguire gli studi, l'Università, il lavoro? Significa sprecare risorse. Invece si deve cambiare mentalità: il mare deve essere visto come una possibilità di impiego, di sbocco professionale. Se dopo lo sport un giovane che ha la passione per il mare frequenta una Università come Southampton o La Spezia, che ha materie nautiche, puo' trovare facilmente una strada lavorativa legata al mare. Così gli investimenti fatti dalla famiglia per crescere la sua passione saranno soldi spesi bene e non buttati, torneranno. Tutti quelli che conosco che hanno preso una laurea in Ingegneria Navale in Inghilterra o Italia hanno trovato ottimi lavori, e sono sempre i più bravi a bordo delle barche anche in regata!"

E' un problema anche culturale...

"Certo, è il problema italiano di non vedere il mare come risorsa. Se cambiamo atteggiameno ci guadagnamo tutti. Con tutto il mare che abbiamo non possiamo non fare questo ragionamento. Non guardare il mare solo come una cosa semplicemente 'bella', ma anche come un settore economico che puo' dare redditi, professioni, soddisfazione. Dovremmo istruire i giovani a navigare e a lavorare sul mare. E' un fatto di cultura e anche la politica dovrebbe adeguarsi. L'esempio viene dal mio territorio, pensa a Istria, Dalmazia, Trieste, quanta gente vive e lavora sul mare nel mare. Sono percorsi che vengono da lontano..."

Tu stesso hai avuto ottimi maestri...

"Mio papà Adelchi mi ha insegnato a guardare avanti, mi diceva che bisogna avere obiettivi lontanissimi e più ambiziosi possibile. Se fai una regata, pensa alle Olimpiadi. Per lo studio e la formazione puo' essere lo stesso."

Mauro in tour per le scuole, anche per il messaggio di One Ocean e della Charta Smeralda. Mauro che si muove su un'auto elettrica. Mauro che ha riscoperto tutto l'inverno il piacere dei vecchi 12 metri stazza internazionale, si è allenato per il Mondiale 12M di luglio a Newport. Newport! Il posto nebbioso e bavettaro che l'ha consacrato, barca e capelli inclusi, a icona della vela italiana. Mauro quota 70 diviso tra quello solito e quello inatteso. "Adesso sento che mi esprimo meglio, con più calma e proprietà. E' un'altra delle cose che ho imparato. Si impara sempre nella vita."

Pensa a un libro sui 70 anni di vela entrati dai suoi occhi e passati in un lampo. "Si, adesso il libro ci vuole. Bisogna impostarlo, buttare giù un po' di storie. E poi collegarle e metterle in ordine." E' un altro viaggio, un'altra regata. Che sarà fatta tutti insieme. Perchè Mauro Pelaschier è un po' di tutti noi. Auguri, vecchio!

UNA VITA SUL MARE - Nasce nel 1949 a Monfalcone da una famiglia originaria di Pola, e giovanissimo comincia a veleggiare alla SVOC (Società Vela Oscar Cosulich), seguendo la tradizione di famiglia di nonno Francesco, Mastro d'ascia, di papà Adelchi e dello zio Annibale, grandi velisti plurititolati, Olimpionici nel 1952, 1956, 1964. Dopo le prime esperienze sui Dinghy 12 e sui Flying Junior vince nella classe Finn, singolo olimpico, nove titoli Italiani tra il 1964 ed il 1977, il Bronzo ai Campionati Europei 74, e un Bronzo e un Oro ai Giochi del Mediterraneo nel 1971 e nel 1975. 

Nel 1983 raggiunge una enorme popolarità come timoniere di Azzurra, la prima barca italiana alla America's Cup, che lo vorrà al comando anche nella sfida successiva a Perth nel 1987. Negli anni successivi si dedica sempre più ai cabinati, vincendo innumerevoli regate e partecipando a diverse regate transoceaniche come la Withbread Round The World Race con Brooksfield, ma non dimenticando mai i monotipo (12 partecipazioni al Giro d'Italia a vela) e il match racing. Dagli anni novanta regata assiduamente su barche d'epoca con ottimi risultati.

Medaglia di bronzo al valore atletico Medaglia d'oro al valore atletico 1983. Dal 2000 al 2004 è Consigliere Nazionale della Federazione Italiana Vela, in rappresentanza degli atleti. Si occupa dell'organizzazione di Barche e Equipaggi per i grandi Eventi. Dal 1999 commenta le regate di Coppa America e i giochi olimpici per Rai Sport con Giulio Guazzini. Organizza Corsi di perfezionamento su Monotipi e barche d'Altura. È testimonial Telethon (Ass. per la ricerca sulle malattie genetiche). Dal 2006 è advisor di BMW Match Race Academy.

Dal 2017 con lo Yacht Club Costa Smeralda promuove da testimonial attivo il progetto One Ocean e la Charta Smeralda. Si appassiona al tema della salvaguardia del mare, compie un giro d'Italia con una barca d'epoca, il Crivizza, con molte soste nei circoli velici per sensibilizzare, tenere conferenze, ripulire spiaggie.

1964 Campione italiano juniores classe Finn

1965 Campione italiano juniores classe Finn

1966 Campione italiano juniores classe Finn

1967 Campione italiano juniores classe Finn Campione italiano classe Finn

1968 Campione italiano classe Finn Olimpiadi classe Finn

1969 Campione italiano classe Finn

1971 Argento ai Giochi del Mediterraneo Classe Finn

1972 Campione italiano classe Finn Olimpiadi (Kiel) classe Finn

1973 Campione italiano classe Finn 1° Trofeo Portoroz (SLO) classe Finn

1974 Bronzo Campionati Europei classe Finn 1° Trofeo Nesselblatt (GER) classe Finn 1° Intervela (ITA) classe Finn

1975 Oro ai giochi del Mediterraneo classe Finn Argento preolimpiche di Kingston classe Finn 1° Copa Princessa Sofia (ESP) classe Finn 3ª settimana Preolimpica di Hyeres (FRA) - classe Finn

1976 Olimpiadi (Kingston) - Classe Finn 1ª settimana Preolimpica di Hyeres (FRA) - classe Finn

1977 Campione Italiano classe Finn

1981 partecipa alla selezione dell'equipaggio di Azzurra, primo Challenger Italiano all'America's Cup, e ne diventa il timoniere. Campione italiano prima classe IOR – Brava, Vallicelli 44'.

1982 1° Sardinia Cup - Brava, Vallicelli 44'.

1983 Al timone del 12 metri S.I. Azzurra a Newport R.I. (USA) partecipa alla selezione dei Challenger (Louis Vuitton Cup) all'America's Cup, terzo in semifinale dopo AUSTRALIA II (AUS) e VICTORY 83' ( UK ), nell'anno in cui per la prima volta dopo 153 anni un Challenger vince l'America's Cup: AUSTRALIA II.

1° One Ton Cup di Rio de Janeiro - Linda, Sciomachen 37'. 1° Australia Cup Match race di Perth (AUS), unico italiano fino ad oggi.

Partecipa a numerose Ton Cup (Mondiali di categoria Level Class) 3° ¾ Ton Cup di Kopenhagen (DEN) - Spriz Ceccarelli 34' 5° alla 1/2 Ton Cup di Helsinki (FIN) - Robadapazzi Paperini 30'

1985 Campione italiano quinta classe IOR - Robadapazzi Paperini 30'.

1987 Skipper e timoniere di AZZURRA III alla America's Cup di Perth (AUS). si dedica al Match race dove ottiene ottimi risultati nelle regate di Lymington, (UK), New York, Long Beach CA(USA) e Perth (AUS), centrando sempre le semifinali o le finali.

Timoniere di Marisa Brenta 44' con la squadra Italiana all'Admiral's Cup 87'.

1988 Campione italiano V classe IOR - Robadapazzi Paperini 30.

1989 Prima traversata Atlantica: Discovery Race da Cadice (ESP) a Santo Domingo (R.Dominicana) con il maxi Gatorade di Giorgio Falck Campione italiano V classe IOR - Robadapazzi Paperini 30.

1990 1° Rolex Swan World Cup a Porto Cervo - Eurosia, Swan 46'. 1º Giro d'Italia a Vela con Città di Desenzano.

1991 1º Giro d'Italia a Vela - Castelvecchio Gorizia. Campione italiano IV classe IOR - Spritz, Vallicelli 35 3° ¾ Ton Cup Copenaghen - Spritz, Vallicelli 35

1992 1ª Gran Regata di Colombo (Discovery Race) da Cadice a San Juan de Portorico al comando del Vallicelli 65' Nastro Azzurro.

1° Nioulargue a Saint Tropez - Frers 58' Rrose Selavy.

1993 A bordo di Brooksfield partecipa a due tappe della Whitbread Round The World Race, da Southampton (UK) a Punta del Este (URU) e da Punta del Este a Fremantle (AUS).

1994 1° Club Med Challenger a Santa Teresa di Gallura, sfida tra i primi cinque a Giro d'Italia, Tour de France e Vuelta de Espana, al timone di Bologna Telethon. 1° ex aequo la Rolex Swan World Cup - Swan 46' Eurosia . 1° Nioulargue a Saint Tropez - Frers 58' Rrose Selavy

1995 1° Trofeo Zegna a Portofino - Frers 65' Rrose Selavy. 1° Rolex Maxi World Cup a Porto Cervo - Frers 65' Rrose Selavy. 1° Nioulargue di Saint Tropez - Frers 65' Rrose Selavy. 1° le Olbia Match race con il JOD 35. 1° Millevele di genova con il Ten PF Naftaecologica imbarcazione da lui ideata in collaborazione con lo Studio Frers.

1996 1º Giro di Sardegna - Ten PF Naftaecologica. 1° Rimini Corfù Rimini - Ten PF Naftaecologica 1° Overall Sardinia Cup - Vismara 40' Querida. 2° Campionati Italiani IMS di Chiavari.

1997 1° Trofeo Zegna di Portofino - Frers 65 Rrose Selavy. 1° Rolex Maxi World Cup a Porto Cervo - Frers 65 Rrose Selavy. 1° 500X2 di S.M.di Caorle nella flotta JOD35 ad inviti in coppia con Stefano Spangaro.

1998 1° Trofeo Zegna a Portofino - “Edimetra”, Frers 65' 1° Barcolana a Trieste - “Riviera di Rimini” Vallicelli Open 60'.

1999 2° Admiral's Cup su “Moby Lines” Mumm 36' per la squadra Europa 1( “BravaQ8”, “Merit Cup”, “Moby Lines”)

1° Trofeo Zegna a Portofino - Rrose Selavy, Frers 73' 1° Giraglia – Frers 65' Edimetra 1° Maxi World Cup a Porto Cervo - Rrose Selavy, Frers 73' 1° “Corsica X 2” - Ten PF 10 e Lode in coppia con Maurizio Manzoli (Lavagna, Rapallo, Giro della Corsica, Rapallo).

2000 1° Trofeo Pirelli a S.M.Ligure - Giacomellisport 40.7 3° Europeo IMS a Punta Ala - Giacomellisport 40.7 2° Copa del Rey di Palma de Mallorca (ESP) - Giacomellisport 40.7 2º Campionato Italiano di Riva di Traiano - Giacomellisport 40.7 1° Trofeo Zegna a Portofino - Rrose Selavy, Frers 73' 1° Maxi World Cup di Porto Cervo - Rrose Selavy, Frers 73'

2001 1° Trofeo Pirelli - IMX 40' “Giacomellisport” 5° Mondiale IMS di Valencia (ESP) - IMX 40' “Giacomellisport” 3° Copa del Rey a Palma de Mallorca (ESP) - IMX 40' “Giacomellisport”

1º Campionato del Mediterraneo Maxi Yacht (Portofino, Capri, Napoli, St. Tropez, Porto Cervo) - Rrose Selavy, Frers 73'

Con Aria 8mt. S.I. partecipa alla AMERICA'S CUP JUBILEE è terzo nella categoria Small Bermudian.

Nella Round the Island Race, la regata storica dello Schooner “America”, è settimo assoluto in classifica generale con una delle barche più piccole della flotta partecipante. Ha navigato a bordo degli Schooner “Mariette” , “Orion”, “Roberta III” e sul 12mt.S.I.Classic “Flica II” , partecipando a numerose regate per barche d'Epoca.

2003 1° Lancel Classic - 8 metri S.I. Aria di Serena Galvani

2004 1º Giro d'Italia a Vela - Fondazione Serono. 1° Lancel Classic - 8 metri S.I. Aria di Serena Galvani

Lanzarote to Antigua 2004 con Spirito di Stella

2007 1° Panerai trophy - Amorita di Claudio Mealli Coach di Mascalzone latino alla America's Cup

2008 1ª Settimana Internazionale di Alassio - Midva di Besana-Sirena. 1° Mondiale 12 Metri SI - Nyala

2009 1° Panerai Trophy - Peter di Claudio Mealli. 1° Pasquavela - 415 Give Me Five. 3° Palermo Montecarlo - Alto Adriatico 38, barca da lui progettata in collaborazione con Maurizio Cossutti.

2010 1° Regates Royales Cannes al timone di Leonore. 1° Trofeo Accademia Navale Livorno - Cossutti 43 Nautilus Wave. 2° Palermo Montecarlo - Arya 415 Give Me Five. 3° Europeo ORC di Cagliari - Cossutti 43 Nautilus Wave.

2011 1ª Settimana Internazionale di Alassio - Midva di Besana-Crispiatico-Sirena.

2014 1° Trofeo Panerai nella categoria Classici - Namib di Pietro Bianchi.

 

L'ARTICOLO SUI 50 ANNI DI BARCOLANA VISTI DA MAURO PELASCHIER (PER IL LIBRO BARCOLANA 50)

"IO PELASCHIER, TU BARCOLANA"

E' uno dei figli prediletti della Trieste velica. La sua è una carriera straordinaria dalle Olimpiadi alla Coppa America all'oceano, fino a diventare uno dei volti più popolari della vela. Eppure l'intera storia di Mauro Pelaschier è rimasta intrecciata strettamente alla Barcolana.

Il capellone barbuto classe 1949 è una delle icone della vela: inconfondibile, in mare e a terra. Tre partecipazioni olimpiche (1968, 1972 e 1976), in quegli anni per lui esiste solo una cosa: il suo Finn. "Ho saltato la nascita della Barcolana, in quell'ottobre del 1968 ero in Messico ai primi Giochi. E fino al 1976 il Finn era tutto. Ma ho saputo di quella prima Coppa d'Autunno, e ho sempre pensato fosse un'idea vincente per chiudere la stagione."

Barcolana e Pelaschier per un po' non si incontrano. Ma la lontananza non puo' durare. Troppe affinità elettive. Dopo le Olimpiadi di Kingston, nel 1976 la sua prima Barcolana è sul Giusa III, un Ecume de Mer di 8 metri, progetto Finot, armatore Sergio Stopani, con amici di Monfalcone. "Abbiamo riso per tutta la regata, non so come finimmo, ma rimasi folgorato da quella partenza con tante barche, saranno state già più di cento. E ho iniziato a pensare a quell'appuntamento, da fare ogni anno."

Detto-fatto, nel 1978 vince nella sua categoria con il Mini Tonner Tuttifrutti, uno Stag 24. In quegli anni è un giovane timoniere molto richiesto. Mini Tonner, Quarter Tonner e One Ton Cup a Napoli, alterna grandi regate al lavoro in cantiere, finchè arriva, nel 1980, la chiamata che cambia la vita: inizia l'avventura di Azzurra, la prima sfida italiana all'America's Cup.

Il consorzio con Gianni Agnelli e il meglio dell'industria italiana, la guida di Cino Ricci, allenamenti e preparazioni fino al successo del 1983, Azzurra che sorprende tutti con la semifinale all'esordio, è l'anno storico della prima sconfitta USA, John Bertrand batte Dennis Conner e la Coppa vola in Australia. La seconda Azzurra nel 1987 è meno brillante, la Coppa è nel ventone di Perth, Dennis Conner la riporta a casa. Mauro è presissimo, è sempre dall'altra parte del mondo, ma sa bene che ogni anno, nella seconda domenica di ottobre, continua e si alimenta il rito della Barcolana.

L'anno in cui le affinità elettive rimettono insieme Pelaschier e Barcolana, è il 1989. La barca è il Bucaniere, un bellissimo Van De Stadt di 7 metri e 20, che inizia un sodalizio decennale con Dani De Grassi. "Ci scambiavamo il timone, un anno per uno. Fenomenale suo papà, Gildo. Ma soprattutto indimenticabili le "palacinche", le omelette con marmellata, che preparava la mamma da portare in barca. E alla fine della regata, ci aspettava a casa con tutti quelli che conoscevamo, a mangiare la Jota..."

Di quel periodo è anche l'aneddoto tragicomico che Mauro ricorda ancora con i brividi. "Toccava a Dani timonare, c'era un bel borino e noi, tra i pochi con lo spinnaker, volavamo in mezzo a barche ben più grandi. Alla prima boa vedo una testa fuori dall'acqua! Un fotografo? No, è caduto da qualche barca! Giù lo spi, Dani fai quello che diciamo. Strambiamo, urlando a tutte le barche vicine, riusciamo, straorzando, ad arrivare proprio sull'uomo, e issarlo a bordo nel rollio. Era scioccato, non parlava, di lui si è occupato Gildo sottocoperta, l'ha cambiato e rivestito (con uno dei celebri maglioncini di cachemire che i De Grassi hanno sempre avuto a bordo) e rifocillato di palacinche.

"Noi abbiamo continuato la regata. I cellulari non esistevano, e non avevamo VHF. Abbiamo cercato di avvisare i gommoni dell'organizzazione, ma nessuno ci badava. Alla boa di Miramare il vento è rinforzato e abbiamo dovuto cambiare vele, lui (un ragazzo di 30 anni, appena laureato in Farmacia) lo abbiamo messo alle scotte. Entrando in porto ha visto sul molo i suoi genitori che scrutavano il mare, preoccupatissimi, e ha tirato un urlaccio: "Mamma, papà, sono qua!". Mi emoziono ancora adesso... Poi ci siamo scusati con tutti ma non avevamo modo di comunicare. A ripensarci, quante cose insegna questa storia!"

Lo spirito Barcolana, per un velista famoso come Mauro, ha il significato del ritorno a casa. E forse ha un senso che il grande velista e la grande regata siano prodotti della stessa terra. Cresce lui, ormai professionista internazionale, e cresce lei, che da festa triestina allarga i confini. Mauro vince tanti giri d'Italia e in giro si porta anche la Barcolana. Poi torna e continua a viverla come una festa, lui che vuol sempre vincere torna a casa per gli amici, con barche piccole e divertenti, come il Pierrot di legno, prototipo del progetto Sciomachen poi costruito in serie, nel 1991, l'anno prima di un suo nuovo grande progetto: le Colombiadi. Finchè...

"Per il trentesimo della Barcolana, nel 1998, cedetti alle pressioni di Leo Terraneo, con cui avevo vinto il mio secondo giro d'Italia, in una festa nella quale svuotammo tutte le sue cantine! Mi convinsero a fare una Barcolana da vincere. La barca era Riviera di Rimini, progetto Vallicelli, del riminese Roberto Benvenuti. Al timone Paolo Cian che conosceva benissimo la barca che aveva seguito in cantiere, poi Vasco Vascotto tattico, io stratega, e ancora: Furio Benussi, Stefano Spangaro, Sandro Chersi e un equipaggio stellare... Eppure rischiammo di perdere."

E via il racconto. "Non partimmo bene, sbagliammo la vela e ci ritrovammo fermi prima della prima boa, con Gaia Legend e Fanatic bene avanti. Ci salvò la bonaccia, scegliemmo una rotta totalmente diversa, cercando la corrente, e solo all'ultima virata riuscimmo a mettere la prua davanti a tutti!"

E' incredibile ma quella è stata e resta l'unica Barcolana vinta da Mauro Pelaschier. E sotto la barba bionda, il velista più famoso di Trieste e d'Italia ha ben chiari gli elementi chiave del successo della Barcolana: "La vela, l'amicizia, la possibilità di ormeggiare in centro città, e di saltare da una barca all'altra ad assaggiare i prodotti di tutti, tutto si traduce in grande partecipazione. Poi è cresciuta anche la competizione, quelli che venivano per vincere. Il mix di questi due aspetti ha provocato l'esplosione finale che conosciamo oggi."

La Barcolana alla fine non poteva essere in alcun altro posto del mondo se non a Trieste? "Penso proprio di si. Il segreto è che il golfo di Trieste raccoglie tutta la marineria che arriva da lontano, dai vari conflitti, alla fine tutte le maestranze hanno continuato le loro attività di costruttori di barche, maestri d'ascia o di velisti per caso, e piano piano è nato un fenomeno unico, in quel luogo lì sono nati centinaia di campioni. Alla fine tutto torna: una zona ricca di velisti regatanti, tutti si sentono parte di una cultura che viene da lontanissimo, e quindi c'è la voglia di esserci e di condividere, sempre."

Responsabilità editoriale di Saily.it