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I serbi di Bosnia celebrano la loro 'Festa nazionale'

I serbi di Bosnia celebrano la loro 'Festa nazionale'

Dodik torna a minacciare la secessione

BELGRADO, 09 gennaio 2024, 14:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

I serbi di Bosnia celebrano oggi la loro Festa nazionale, nel 32/mo anniversario della proclamazione della 'Republika Srpska', l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina (l'altra è la Federazione croato-musulmana), il cui leader Milorad Dodik non nasconde le sue crescenti mire secessioniste.
    Una celebrazione quella del 9 gennaio dichiarata a due riprese incostituzionale dall'Alta Corte bosniaca, secondo cui tale ricorrenza discrimina bosgnacchi musulmani e croati cattolici, gli altri due popoli costitutivi della Bosnia-Erzegovina insieme ai serbi ortodossi - sulla base degli accordi di pace di Dayton (1995). Una festa quella odierna che è stata ugualmente condannata con forza dall'Alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina Christian Schmidt. Ma Dodik, che non riconosce la legittimità di Schmidt e si rifiuta di osservare le sue delibere e quelle della Corte costituzionale, va avanti sulla sua strada di retorica ultranazionalista, minacciando sempre più la secessione dell'entità serba, ipotesi questa che da tempo allarma la comunità internazionale, che moltiplica gli appelli e le messe in guardia nei confronti di Dodik, sottoposto a sanzioni da parte di Usa e Gran Bretagna, e che è sotto processo a Sarajevo per il suo rifiuto di rispettare le decisioni dell'Alto rappresentante e dell'Alta Corte.
    Il 9 gennaio 1992 i parlamentari di etnia serba ostili all'ipotesi di indipendenza della Bosnia-Erzegovina, proclamarono unilateralmente la 'Repubblica serba di Bosnia', un atto di secessione che pochi mesi dopo avrebbe portato allo scoppio del sanguinoso conflitto armato nel Paese balcanico.
    Cominciati già ieri con cerimonie ufficiali e un discorso di Dodik nel quale il leader serbo-bosniaco ha glorificato i criminali di guerra Ratko Mladic e Radovan Karadzic, ribadendo la sua negazione del genocidio di Srebrenica, per il quale Mladic e Karadzic sono stati condannati entrambi all'ergastolo dal Tribunale dell'Aja, i festeggiamenti dei serbi di Bosnia proseguono oggi a Banja Luka, il capoluogo della Republika Srpska, alla presenza di numerosi esponenti politici della Serbia, e rappresentanti di etnia serba di altri Paesi della regione.
    In programma in particolare una seduta speciale del parlamento locale, un fastoso ricevimento, una parata di reparti della polizia e delle forze di sicurezza serbo-bosniache, un concerto e una rappresentazione teatrale ad opera del Teatro Aleksandriiski di San Pietroburgo, a conferma degli stretti rapporti che Dodik mantiene con Mosca e con il presidente russo Vladimir Putin. In serata sono previsti spettacolari fuochi d'artificio a Banja e anche a Belgrado. In una intervista alla Afp, Dodik ha detto che i serbi di Bosnia sono "mentalmente integrati" alla Serbia e appoggerebbero volentieri una eventuale proclamazione d'indipendenza della Republika Srpska. "Noi non vogliamo restare qui (nella Bosnia-Erzegovina). Certo, ora facciamo parte della Bosnia-Erzegovina, ma è perchè siamo obbligati, non è qualcosa che ci sta bene", ha detto Dodik che ha ribadito le minacce di secessione nel caso si dovesse accentuare lo scontro con l'Alto rappresentante internazionale, in particolare sulla questione delle proprietà e delle competenze. In tal caso, ha affermato, "convocheremo il parlamento della nostra entità e prenderemo la decisione sull'indipendenza". "Ritireremo i serbi dalle Forze armate, dalla polizia, dalle istituzioni comuni", ha aggiunto il leader serbo-bosniaco, che ha raccomandato l'Alto rappresentante e le istituzioni centrali bosniche di "non avventurarsi in questa storia".
   

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