Serbia, Macedonia del Nord e
Albania, tre paesi dei Balcani occidentali che hanno avviato
negli anni scorsi l'iniziativa di cooperazione regionale
denominata Open Balkan, hanno firmato oggi a Skopje due
protocolli che consentiranno a partire dal primo marzo prossimo
la liberalizzazione del mercato del lavoro fra i tre Paesi. La
firma è avvenuta a margine del vertice regionale svoltosi oggi
nella capitale macedone e dedicato al piano di crescita per i
Balcani occidentali messo a punto dalla Ue. Il presidente serbo
Aleksandar Vucic, presente all'evento, ha sottolineato
l'importanza di tali documenti per la creazione di un mercato
comune del lavoro, destinato a favorire migliori condizioni per
l'attività di imprese locali e straniere, contribuendo al tempo
stesso a superare il problema della penuria di forza lavoro nei
tre Paesi che complessivamente hanno una popolazione di circa 11
milioni di persone. Nonostante gli appelli agli altri Paesi dei
Balcani occidentali ad aderire a Open Balkan - il cui obiettivo
è facilitare gli scambi, abbattere barriere inutili e accelerare
le operazioni doganali alle frontiere - finora tale iniziativa è
rimasta limitata ai tre stati iniziatori, con taluni osservatori
che ritengono tale disinteresse legato ai sospetti nei confronti
della Serbia e del presidente Vucic che mirerebbero a
consolidare una propria egemonia nella regione creando una sorta
di 'nuova Jugoslavia' trainata da Belgrado sotto il mantello
della cooperazione economica regionale.
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