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Croazia: il governo rifiuta la ristrutturazione dei cantieri navali

Costi troppo alti per lo Stato, probabile procedura fallimentare

28 marzo, 14:44
cantiere Pola cantiere Pola

La ristrutturazione dei due maggiori cantieri navali, l'Uljanik di Pola e il 3. maj di Fiume, che da mesi versano in una profonda crisi, non ha ottenuto il via libera del governo di Zagabria, decisione che rende sempre più probabile il fallimento delle due società, parte di un unico gruppo aziendale. "Il governo non può appoggiare la ristrutturazione della società nei parametri finora proposti dato che questa comporterebbe un rischio finanziario per lo Stato troppo alto, senza chiare garanzie per un esito soddisfacente", la ha detto oggi il primo ministro croato, Andrej Plenkovic.Il mese scorso in via preliminare il governo aveva accettato la proposta di ricapitalizzazione dei due cantieri navali da parte di un partner strategico, il cantiere Brodosplit di Spalato in cooperazione con la Fincantieri italiana. Nel frattempo i calcoli di questa ristrutturazione hanno mostrato che per il fisco croato l'operazione potrebbe costare tra un minimo di un miliardo fino a 1,5 miliardi di euro nei prossimi tre o quattro anni. "Si tratta di un rischio enorme per lo Stato e una spesa altissima per i contribuenti fiscali croati, che il governo non può appoggiare", ha spiegato il premier, aggiungendo che resta aperto ad "altre possibili soluzioni della crisi nella cantieristica navale croata".Per quanto ancora non ufficiale, la posizione del governo di Zagabria probabilmente aprirà le porte a una procedura fallimentare del gruppo, forse già nei prossimi giorni.Intanto ieri dodici ex dirigenti e manager dei due stabilimenti industriali sono stati arrestati per malversazioni e frode nella loro gestione tra il 2010 e il 2016. I circa duemila operai sono in sciopero da quasi dieci giorni. Gli analisti ricordano che i problemi in questo settore industriale sono strutturali ed esistono da decenni, mentre la crisi attuale è conseguenza anche dei processi di globalizzazione e dello spostamento della produzione in altri continenti, specie in Asia. Negli scorsi 25 anni lo Stato croato ha sovvenzionato i cantieri navali per un totale di 4,2 miliardi di euro, ovvero quasi un quarto dell'intero giro d'affari dell'industria. Un eventuale chiusura dei due cantieri nord- adriatici significherebbe anche la fine della cantieristica navale che in questa parte della costa croata ha un tradizione secolare. (ANSAmed).

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