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Nautica: l' Italia è il primo esportatore mondiale

Dal report 'Esportare la dolce vita'

11 maggio, 14:27
Nautica: Italia è primo esportatore mondiale cantieristica Nautica: Italia è primo esportatore mondiale cantieristica

(ANSA) - MILANO, 9 MAG - L'Italia è primo esportatore mondiale della cantieristica nautica con una percentuale del 16,6% dell'export globale (equivalente a 1,9 miliardi di euro) seguito da Olanda, Stati Uniti e Germania. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al mondo per l'export di unità da diporto e, quindi, lo sbocco ideale per il 'Bello e ben fatto' a vela e a motore. E' uno degli aspetti sottolineati dal report del Centro studi di Confindustria e Prometeia, 'Esportare la dolce vita'. Il mercato della nautica statunitense, spiega il rapporto, ha mostrato ripresa dopo la crisi, con un tasso di crescita annuo del 6,7% nel periodo 2011-2015. Anche negli Usa l'Italia si aggiudica la fetta di mercato più ampia con un 23,3% davanti a Canada, Francia e Messico, conquistando in otto anni il ruolo di leader sul mercato Usa, a discapito del Canada (nel 2007 la quota italiana era del 14,7%, mentre quella canadese era del 24,4%). "Oggi la nautica da diporto è stata citata come esempio di eccellenza del Made in Italy nell'export negli Usa e nel mondo. Questo per Ucina è motivo di riconoscimento e di grande orgoglio" ha commentato Carla Demaria, Presidente di Ucina Confindustria Nautica. Dall'analisi dei contenuti e dei numeri della pubblicazione emerge come il prodotto barca sia unico e rappresenti una vera e propria “vetrina mobile” in grado di veicolare nel mondo una grande varietà di prodotti del BBF, come il design e lo stile del made in Italy, la tecnologia, gli arredi, gli elementi tessili, e gli accessori. Leader in Europa e nel mondo, il settore della nautica made in Italy assume, perciò, un ruolo di rilievo strategico per la diffusione del Bello e Ben Fatto a livello globale. I principali porti di attracco della nautica made in Italy sono la Florida e New York, in entrambi gli stati l’Italia si aggiudica le quote più ampie (rispettivamente del 33,5% e del 55,6%); Ampi margini per un’ulteriore penetrazione della nautica italiana ci sono in Texas e Washington, presidiati principalmente da produttori messicani, cinesi e canadesi. Il CSC e Prometeia stimano che, se la nautica made in Italy riuscisse a presidiare gli stati in cui è più debole avrebbe un potenziale di crescita di 560 milioni di euro, pari a +7,6% dell’export italiano verso gli USA. Nel perseguire il raggiungimento di questo obiettivo, vanno tenute presenti le peculiarità del settore nel contesto specifico del mercato americano, di natura assai più complessa che nel mercato mediterraneo per differenze normative, costi di trasporto e gamma più ristretta delle tipologie di barche richieste negli Stati Uniti rispetto all’Europa. (ANSA). 

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