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Pesca: l'Italia è penalizzata dal Piano d'azione Ue per l'Adriatico

Audizione PE; no a incertezza, attendere verifiche misure prese

25 gennaio, 17:54

(ANSA) - BRUXELLES, 25 GEN - L'attività di pesca italiana nell'Adriatico per i piccoli pelagici - essenzialmente acciughe e sardine - e per l'intera filiera, rischiano di essere fortemente penalizzati se verrà introdotto un nuovo Piano d'azione europeo che nelle intenzioni della Commissione europea punta a ridurre ulteriormente le catture attuali. E questo senza attendere la fine dei cinque anni necessario per verificare gli effetti delle misure già adottate a tutela dello stock e conoscere l'impatto socioeconomico nella Regione. Dalla forte rappresentanza italiana che intervenuta all'audizione, oggi a Bruxelles, é emerso con forza la volontà di dialogo ma anche la necessità di riconoscere le specificità regionali senza applicare le stesse regole a mari con caratteristiche ed ecosistemi diversi, ad esempio rispetto al Mar Baltico e al Mare del Nord. Al dibattito, oltre a numerosi eurodeputati, sono intervenuti lo scienziato dell'Università di Bologna Corrado Piccinetti, il direttore del Consorzio Mediterraneo Paolo Pelusi, Gilberto Ferrari e Marco Spinadin di Federpesca Confcooperative di Roma e Chioggia, e Guido Doz delle Cooperative ittiche CO.L.MI di Trieste. Tutti hanno sottolineato che non si può vivere nell'incertezza, ci vuole programmazione, lanciando un appello: lasciateci autoregolare le nostre attività. Per il rappresentante dei pescatori Doz tra il 2014 e il 2018 la riduzione della pesca sarà del 40%. Continuando così, ha concluso, "a estinguersi non saranno i piccoli pelagici ma i pescatori". (ANSA). LEN/

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