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Trivelle: Wwf, recepimento direttiva offshore è farsa

Non fornisce quadro di garanzie e controlli indipendenti adeguati

23 maggio, 13:33
Trivelle: Wwf, recepimento direttiva offshore è farsa Trivelle: Wwf, recepimento direttiva offshore è farsa

 (ANSA) - PESCARA, 21 MAG - "Uno schema di decreto legislativo farsa": così il Wwf commenta il recepimento, da parte del Consiglio dei ministri, della direttiva comunitaria sull'offshore, alla vigilia della maxi manifestazione organizzata dagli ambientalisti per sabato pomeriggio a Lanciano (Chieti) contro il progetto Ombrina mare al largo della costa abruzzese e più in generale contro la petrolizzazione. "Un recepimento - dicono al Wwf - che rimuove di fatto dalla storia il gravissimo disastro del Golfo del Messico del 2010, non fornendo un quadro di garanzie e controlli indipendenti adeguati per evitare che le trivellazioni degli idrocarburi mettano a rischio l'ambiente dei nostri mari e delle nostre coste. Contro questo recepimento il Wwf farà subito arrivare la voce dei manifestanti di Lanciano, il prossimo sabato, a Bruxelles". "È questo l'impegno che l'associazione del Panda porterà avanti nei prossimi giorni, con segnalazioni alla Commissione Europea e al Parlamento - aggiungono gli ambientalisti - insieme alle altre associazioni. Si dovrà in particolare contestare l' ennesimo avallo del Governo alle posizioni insostenibili del ministero dello Sviluppo Economico determinato a non recepire norme e strumenti scomodi per i petrolieri, contenuti nella Direttiva. "Non si capisce - afferma il responsabile Ufficio relazioni istituzionali del Wwf Italia, Stefano Lenzi - come sia stato possibile che il ministero dell'Ambiente non abbia fatto valere le sue ragioni, rinunciando a far prevalere l'interesse a tutelare l'ambiente marino e costiero, chiaramente dichiarato dalla Direttiva 2013/30/UE che, approvata dopo il disastro del Golfo del Messico del 2010, deriva direttamente dall'articolo 191 del Trattato europeo nel quale si chiede il pieno rispetto dei principi di precauzione e chi inquina paga". Il Wwf ricorda che ancora una volta "si mettono a rischio i mari italiani che danno lavoro alle centinaia di migliaia di persone che nel nostro Paese operano nei settori e nell'indotto del turismo e della pesca, per consentire ai petrolieri libertà di trivellazione, quando tutte le riserve certe di petrolio in mare, stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per appena 7 settimane". (ANSA).

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