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Federagenti: "Per Venezia e il suo porto solo promesse mancate"

Duci "Subito infrastrutture. Covid prova che turismo non basta"

08 maggio, 20:44

Federagenti rilancia il "manifesto" per Venezia e la difesa del suo porto, sottolineando che dallo Stato finora sono arrivate "solo promesse non mantenute" e che l'esplosione nel frattempo dell'emergenza Coronavirus è un elemento in più per dire no alla monocultura del turismo, oggi azzerato dalla pandemia, consolidando l'attività marittima. Il 13 febbraio, su iniziativa degli agenti marittimi una mobilitazione di imprese, lavoro e istituzioni, aveva chiesto un cambio di rotta con l'avvio dei dragaggi necessari a far funzionare il porto. "Il giorno stesso il governo aveva dichiarato di aver risolto definitivamente il problema del cosiddetto "protocollo fanghi", fatto che avrebbe dovuto dare il via a tutta una serie di lavori di escavi vitali per il porto - spiega una nota di Federagenti -. Non è successo e oggi scopriamo che in realtà il protocollo è ancora dentro qualche cassetto ministeriale". Fra Covid e lavori mai partiti, gli agenti marittimi chiedono interventi urgenti e un cambio culturale che faccia diventare Venezia un "laboratorio". "Le monoculture economiche - dice Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti - mettono a nudo la fragilità intrinseca di comunità locali che si rivelano del tutto incapaci di affrontare le emergenze. Mentre la logistica, la supply chain, e quindi porti, aeroporti, ferrovia, centri merce, si sono rivelati e si confermano come l'unico strumento in mano a sistemi economici nazionali anche nel quadro di una globalizzazione rivelatasi ad alto rischio, in grado di contrastare gli effetti negativi più devastanti delle crisi e di favorire una convivenza fra vocazioni economiche e culturali differenti". (ANSA).

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