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Porti: Genova; nave con armi a bordo, proteste

Previsto il 18 maggio l'attracco del cargo Bahri Yanbu

15 maggio, 21:00
Una veduta del porto di Genova Una veduta del porto di Genova

(ANSA) - GENOVA, 15 MAG - Sale la protesta nel porto di Genova in vista dell’attracco, previsto per il 18 maggio prossimo, della nave cargo Bahri Yanbu con a bordo armi . "Condividiamo e sosteniamo le preoccupazioni dei portuali di Genova sulla necessità di negare l'attracco alla nave cargo Bahri Yanbu con a bordo armi che potrebbero essere destinate a paesi arabi in guerra" afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo. "E su un caso come questo - afferma - che il Ministro degli Interni,mantenendo fede ai trattati internazionali sottoscritti a difesa dei diritti umani e contro i conflitti armati che uccidono migliaia di civili innocenti, dovrebbe intervenire e chiudere i nostri porti per evitare che la nave in questione possa caricare armi anche nel nostro paese". "I portuali boicottano il trasporto di armi" è il grido della Filt-Cgil di Genova, decisa a fare "tutto il necessario per impedire l'imbarco di materiale bellico nel porto di Genova". Il sindacato, raccogliendo le istanze dei delegati dei lavoratori portuali invita "tutte le autorità competenti a non mettere a disposizione della nave Bahri Yanbu lo scalo di Genova o altri scali sul territorio nazionale". "Chiudete il porto di Genova alle armi, non i porti agli esseri umani", afferma Paolo Ferrero, La Sinistra segnalando , i candidati della sinistra alle elezioni europee, segnala, "sosterranno tutte le iniziative di sciopero e boicottaggio che, da parte del mondo del lavoro e della società civile, verranno messe in atto perché il nostro paese non sia complice di una guerra, e si impegnano a promuovere in sede europea tutte le iniziative di riconversione nel civile dell'industria militare. "Se oggi Salvini avesse un po' di tempo, tra un comizio e l'altro, potrebbe per una volta chiudere un porto e avere il nostro applauso" dichiarano le deputate del PD Raffaella Paita e Lia Quartapelle secondo le quali "ci sono fondate ragioni per pensare che venga a caricare armi destinate all'Arabia Saudita, che, come è già successo, le impiegherebbe nuovamente in Yemen contro la popolazione civile. Il porto attende il parere della Prefettura, che rappresenta il governo e in particolare il Ministero degli Interni. La Francia ha negato i suoi porti. Chiediamo che l'Italia faccia lo stesso". Camera del lavoro e Filt Cgil di Genova ritengono "che il nostro Governo, anziché gridare alla chiusura dei porti alle navi che trasportano uomini donne e bambini in fuga da guerre, carestie, fame e violenze, dovrebbe intervenire e chiudere i nostri Porti per evitare che la nave saudita possa caricare armi anche dal nostro Paese" affermano Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro di Genova e Enrico Poggi segretario generale Filt Cgil Genova. "Alla nave cargo con armi da guerra va vietato l'attracco, così come previsto dai trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese in tema di diritti umani e contro i conflitti armati. Si chiuda il porto alle armi, non solo ai disperati". affermano la presidente nazionale dell'Arci, Francesca Chiavacci, e il presidente di Arci Genova, Stefano Kovac.

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