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Standard CO2 veicoli strumento principale decarbonizzazione

Standard CO2 veicoli strumento principale decarbonizzazione

Commissione: 'ampliare la portata dell'Ets e usare ricavi delle quote per la giusta transizione'

14 maggio 2021, 11:54

Redazione ANSA

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Lo stop del diesel a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli standard di emissione di CO2 dei veicoli come strumento principale per "decarbonizzare" il settore dei trasporti. Sull'idea convergono Commissione europea, Europarlamento, costruttori di auto, Ong, associazioni dei consumatori e istituti di ricerca leader nel settore della sostenibilità. Tutti erano rappresentati in un webinar organizzato dal presidente della commissione ambiente dell’Europarlamento Pascal Canfin.

I nuovi standard, che saranno presentati come parte del pacchetto "fit for 55" il 14 luglio, saranno il "fattore più importante per decarbonizzare i trasporti", ha detto il capo di gabinetto di Frans Timmermans, Diederik Samsom. Bruxelles vuole ridurre le emissioni della mobilità agendo su più fronti, ha spiegato Samsom, come la tassazione dell’energia, e "il meccanismo di mercato". Ovvero l'Ets esteso ai trasporti, "con cui possiamo controllare la traiettoria di riduzione grazie al capping, aumentare il costo delle emissioni per grandi produttori ed importatori e ottenere ricavi con le aste delle quote", ha detto.

Per evitare che l'aumento dei prezzi si trasferisca ai prezzi alla pompa e quindi ai cittadini, il funzionario Ue ha proposto di usare proprio i ricavi delle quote aggiuntive, che ha stimato in "20-30 miliardi l'anno". Le risorse, ha detto Samsom, potrebbero essere impiegate "in un grande programma di decarbonizzazione del trasporto pubblico, oppure in finanziamenti per l'acquisto di auto elettriche, con fondi supplementari a quelli che gli Stati già impiegano su questi aspetti".

Ruth Blanck dell’Öko-Institut ha portato il caso della Germania, a sostegno della tesi che "l'effetto redistributivo non è inevitabile, può essere attenuato, per esempio mantenendo più bassi i prezzi dell'elettricità". Ma, ha ricordato la ricercatrice, "per assicurare che la redistribuzione sia efficace, va rivisto l’intero sistema di sussidi alle fonti fossili". Monique Goyens della Beuc ha ribadito la posizione dei consumatori europei, per i quali l’estensione dell’Ets ai trasporti "è un grosso rischio, gli standard di emissione devono essere lo strumento principale per cambiare rotta e si deve assicurare che i ricavi eventuali dell’Ets allargato vadano alle persone giuste".

Un punto di vista che in parte è stato condiviso da William Todts di Transport & Environment. "Gli standard sono il primo elemento, ma l'Ets è fondamentale per i ricavi", ha detto, confessando di sognare "una tassa Ue sulle importazioni di petrolio, approvata dagli Stati a maggioranza qualificata".

Il direttore generale di Acea Eric-Mark Huitema ha ricordato che le sfide più grandi sono le infrastrutture di ricarica, costruire camion elettrici con la stessa affidabilità di quelli presenti oggi sulle strade europee, un "sostegno alla rottamazione per sostituire le auto a motore a combustione con quelle elettriche", e non perdere la forza lavoro del settore auto. "Nel nostro settore oggi abbiamo 14 milioni di occupati in Europa – ha sottolineato – nel cambio di processo di produzione attuale a quello dei veicoli elettrici rischiamo di perdere 5 milioni di posti di lavoro".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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